Assegno unico, come evitare il taglio del contributo
Assegno unico, attenzione alla scadenza del 28 febbraio 2023. Entro questa data devono essere comunicati all’Inps, attraverso la DSU, i dati dell’Isee aggiornato.
La scadenza è importante e coinvolge almeno 7 milioni di percettori: dimenticarsi di comunicare i dati aggiornati può comportare la perdita del contributo.
Ricordiamo, infatti, che i percettori dell’assegno unico, che ricevono una somma superiore alla quota minima – che è pari a 50 euro a figlio – sono tenuti ad aggiornare annualmente il proprio Isee, presentando la Dichiarazione Sostitutiva Unica, entro e non oltre il 28 febbraio.
Nel caso in cui i diretti interessati dovessero dimenticarsi di presentare i dati aggiornati, rispettando i tempi e le modalità previste dal regolamento sull’assegno unico, si vedrebbero tagliare gli importi erogati.
In altre parole, i beneficiari della misura incasserebbero la quota minima, che è prevista per quanti hanno un Isee superiore a 40.000 euro.
Confermata, comunque, anche per quest’anno la possibilità di comunicare i dati entro il 30 giugno e ottenere, a quel punto, anche gli arretrati dal mese marzo, calcolati in base ai parametri Isee presentati.
Nel caso in cui si facesse passare anche la data del 30 giugno, a quel punto, non si avrebbe più diritto alle somme non corrisposte.
Assegno unico, i soggetti a rischio
I soggetti, che corrono i rischi maggiori, sono almeno quattro milioni.
Stiamo parlando dei contribuenti, che stanno ricevendo l’assegno unico, con un Isee inferiore a 15.000 euro: questi soggetti hanno, infatti, diritto a ricevere 175 euro al mese.
Nel caso in cui non dovessero presentare l’Isee aggiornato si venderebbero ridurre l’assegno di 125 euro al mese.
Ricordiamo che, attraverso l’ultima Legge di Bilancio, il Governo ha provveduto a stabilire gli aumenti destinati alle famiglie numerose.
Tra le novità più importanti, ad esempio, rientra anche l’incremento del 50% della maggiorazione mensile per i nuclei familiari nei quali ci sono almeno quattro figli: l’assegno, in questo caso, è passato a 100 a 150 euro.
È cresciuto del 50% anche l’assegno unico previsto per i nuclei dove sono presenti tre o più figli a carico, che abbiano un’età compresa tra 1 e 3 anni. Ma solo se hanno un Isee superiore a 40.000 euro.
Le istruzioni dell’Inps
Attraverso una circolare, l’Inps ha spiegato che dal prossimo mese di marzo non sarà più necessario, per quanti stanno già incassando l’assegno unico, presentare una domanda ex novo.
Il contributo verrà erogato in maniera automatica, ma, nel caso in cui non verranno aggiornati i dati Isee attraverso la Dus, questo avverrà con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa, ovvero 50 euro per figlio.
L’Inps ha poi provveduto a comunicare che nel periodo marzo-novembre 2022, l’importo complessivo erogato per l’assegno unico è stato pari a 11,6 miliardi di euro per 9,5 milioni di figli.
A beneficiarne è stata una platea di 5,6 milioni di famiglie.
L’importo medio erogato è stato pari a 233 euro per nucleo familiare, pari a 145 euro per bambino.
Il 47% degli assegni totali è arrivato a nuclei con Isee inferiore ai 15.000 euro, il 23% a famiglie che non hanno presentato Isee.
Ricordiamo che la cifra minima erogata attraverso l’assegno unico, che è prevista per le famiglie con un Isee superiore a 40.000 euro o per quanti non presentano l’Isee, è pari a 50 euro per figlio senza maggiorazioni.
L’importo massimo erogabile, per le famiglie con un Isee inferiore a 15.000 euro, è 175 euro, che con le maggiorazioni può arrivare a 195 euro.