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TLTRO e rialzo tassi: Bce pronta a far scattare la tagliola su extra profitti banche, sell sui titoli

4 Luglio 2022 11:09

Bce pronta a far scattare la tagliola sui profitti extra che le banche incasserebbero se continuassero a beneficiare dello schema TLTRO depositando i prestiti agevolati ricevuti presso la Bce stessa. Sarebbe infatti “politicamente inaccettabile” se la banca centrale europea continuasse, con il programma TLTRO, a erogare alle banche prestiti a tassi stracciati, “agevolazioni tra l’altro garantite dai contribuenti”, permettendo così loro di riportare lauti guadagni, e alzare contestualmente i tassi a carico di individui, famiglie e aziende.

Così alcune fonti interpellate dal Financial Times, che ha pubblicato l’articolo ECB to discuss blocking banks from multibillion-euro windfall as rates rise rendendo noto che la Bce starebbe valutando diverse opzioni per impedire che, in un momento in cui le aziende e le famiglie si apprestano a pagare tassi più alti sui prestiti contratti, le banche, oltre a beneficiare dell’aumento dei tassi, continuino a fare incetta anche di profitti extra, grazie al TLTRO.

Intanto, cosa è il TLTRO? Una spiegazione tecnica arriva da Bankitalia:

Nel 2019, alla luce delle prospettive economiche e di inflazione, la BCE ha introdotto la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine. Le operazioni TLTRO-III hanno durata pari a tre anni e sono condotte con cadenza trimestrale a partire da settembre 2019. L’importo massimo richiedibile nel programma (borrowing allowance) da parte di ciascun partecipante è pari al 55% dei prestiti erogati a imprese non finanziarie e famiglie (esclusi i mutui); il tasso di interesse applicato ai finanziamenti è pari a quello delle operazioni di rifinanziamento principale dell’Eurosistema, a eccezione del periodo compreso tra il 24 giugno 2020 e il 23 giugno 2022, in cui è di 50 punti base inferiore. Le banche possono inoltre ottenere una riduzione del tasso di interesse in funzione dell’erogazione di prestiti a famiglie e imprese non finanziarie. A tal fine sono previsti tre criteri di valutazione della lending performance e tre periodi di osservazione dell’erogazione dei prestiti idonei. La partecipazione al programma TLTRO-III, inizialmente modesta sia per importi richiesti sia per numero di banche partecipanti, è stata incentivata dalle modifiche ai parametri operativi che si sono succedute a partire dallo scoppio della crisi pandemica”.

In sostanza, grazie al TLTRO le banche dell’area euro hanno avuto modo di ricevere prestiti da parte della Bce a tassi agevolati fino al -0,5%, che sono arrivati al -1% con la pandemia Covid-19. Questi prestiti sono ammontati a 2,2 trilioni di euro nel periodo della pandemia.

La questione dell’imminente fine del sussidio pandemico, se così vogliamo definirlo, era stata già affrontata dagli economisti di Barclays in un report ad hoc, che ha anticipato ciò che è avvenuto per l’appunto il mese scorso, ovvero la fine dell’agevolazione dei prestiti al tasso -1%, e dunque la possibilità per le banche di continuare ad accedere ai prestiti a tassi ultra-bassi, ma al tasso precedente massimo pari a -0,5%, che corrisponde al tasso sui depositi. 

Detto questo, il tasso effettivo dei prestiti è calcolato come media dei loro tre anni di vita.

Da segnalare che le banche possono rimborsare i prestiti all’inizio di ogni arco temporale di tre mesi; lo scorso mese, 74 miliardi sono stati i pagamenti effettuati come rimborsi, da parte delle banche, di quanto precedentemente ricevuto, una somma decisamente inferiore alle attese.

Le banche non vogliono rinunciare infatti allo schema, che è diventato ancora più appetibile, visto l’imminente rialzo dei tassi.

Non per niente il rischio che la Bce faccia scattare la tagliola deprime i titoli del settore nella sessione odierna: Intesa SanPaolo cede fino a -3%, Banco BPM peggio con un crollo del 4%, mentre cedono più del 2% UniCredit e Bper. Tra l’altro, le indiscrezioni arrivano dopo il discorso proferito dal numero uno della Vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria, che ha alimentato il timore di una tagliola anche sui dividendi delle banche dell’Eurotower. 

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Il tasso sui depositi è destinato salire, come anticipato dalla Bce di Christine Lagarde nell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 10 giugno scorso, quando è stato pre-annunciato un primo rialzo dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione del 21 luglio, seguito da una stretta che potrebbe essere anche superiore nel meeting di settembre.

E’ in questo contesto che la Bce, per ovvi motivi, non può permettere che le banche realizzino profitti extra con lo schema di cui hanno finora beneficiato.

Profitti extra che, secondo i calcoli di Morgan Stanley riportati dal Financial Times, potrebbero ammontare tra i 4 miliardi e i 24 miliardi di euro, se le banche depositassero i prestiti ricevuti dalla Bce nei conti della Bce stessa – invece di distribuirli all’economia reale – nel periodo compreso tra il giugno del 2022 (dunque il mese scorso), fino alla fine dello schema TLTRO, che è stata fissata a dicembre 2024, e a seconda della velocità del rialzo dei tassi da parte dell’Eurotower.

Una delle fonti interpellate dall’FT ha riferito che la Bce stima che il guadagno totale che le banche riporterebbero sarebbe pari, in realtà, a quasi la metà del massimo stimato da Morgan Stanley, ovvero all’incirca di 12 miliardi di euro.

Sono più di 740 le banche dell’area euro che hanno fatto richiesta dei prestiti TLTRO nel giugno del 2020, quando la pandemia aveva colpito l’economia mondiale e i vaccini non erano stati ancora distribuiti. La somma erogata fu pari a 1,3 trilioni di euro.

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Conoscere i nomi delle banche beneficiarie non è possibile almeno in via ufficiale, in quanto la Bce non dirama informazioni ufficiali sulle banche che partecipano alle aste TLTRO.

Il quotidiano britannico indica tuttavia che sono state soprattutto le banche francesi, seguite dalle banche italiane e alle banche tedesche, a ricorrere ai prestiti.

Fabio Iannò, funzionario della divisione dei crediti presso Moody’s, si è così espresso:

“Ci aspettiamo che le banche europee facciano affidamento sui loro TLTRO per il tempo più lungo possibile, perchè, semplicemente, si tratta di soldi gratis”. Iannò stesso ritiene che la maggior parte della liquidità della Bce non sarà utilizzata dalle banche, ma depositata presso la banca centrale.

Sempre Morgan Stanley ha calcolato che, se la Bce alzasse i tassi sui depositi allo 0,75% entro la fine di quest’anno, una banca che ha ricevuto un prestito TLTRO nel giugno del 2020 potrebbe beneficiare di un margine di profitto pari allo 0,6% fino al momento del rimborso, previsto nel giugno del 2023 (si tratta di prestiti a tre anni).

Questo affare è stato un bel po’ redditizio per noi – ha ammesso il direttore finanziario di una banca europea, in un colloquio con l’Ft – per le banche era difficile dirlo a voce alta. Non si vuole dire, come banca, che si sta beneficiando della pandemia”.

Tra le banche beneficiarie, l’FT cita il colosso tedesco Deutsche Bank, che ha contratto prestiti TLTRO per un valore di 44,7 miliardi di euro, pari al 9% circa del suo libro prestiti totale di €481 miliardi. L’anno scorso, il margine di interesse di Deutsche Bank è stato sostenuto proprio da questa liquidità della Bce (attraverso le operazioni TLTRO), per il 15% degli utili al lordo delle tasse.

Un’opzione per la Bce volta a mettere un tetto agli extra-profitti potrebbe essere quella di cambiare i termini dei prestiti, riducendo così la possibilità per le banche di incassare un ritorno automatico sulle somme.

La banca centrale ha difeso comunque lo strumento di prestiti a tassi stracciati alle banche, affermando che, “in sua assenza (riferimento a prestiti TLTRO), la pandemia avrebbe colpito in modo molto più duro l’economia reale”. Francoforte ha tuttavia rifiutato di commentare come potrebbe impedire ora alle banche di continuare a beneficiare del suddetto meccanismo, facendo fino a 24 miliardi di euro, ridepositando le somme presso la Bce.