Wall Street: Nasdaq piegato dalle vendite con -2,9%. Tesla crolla di oltre -12%, verso mercato orso

Laura Naka Antonelli
23 febbraio 2021 - 16:04MILANO (Finanza.com)
A Wall Street continua ad andare di scena il forte smobilizzo sui titoli Big Tech, gli stessi che sono stati presi d'assalto dalla carica di buy record nel corso del 2020. Il Nasdaq cede il 2,88%, a 13.146 punti; lo S&P 500 arretra dell'1,20% a 3.829, mentre il Dow Jones perde più di 240 punti, a 31.278 punti.
Tra le vittime illustri del Nasdaq c'è ancora Tesla, reduce dalla perdita record più forte dal settembre del 2020, accusata nella giornata di ieri.
La perdita odierna fa impallidire tuttavia quella della vigilia: l'azione affonda del 12,5%, precipitando a un livello inferiore del 24% rispetto all'ultima chiusura riportata a valori record: quindi, in base alla definizione degli analisti, in territorio di mercato orso.
In particolare, se il titolo chiuderà la sessione odierna al di sotto di quota $706,47, valore inferiore del 20% rispetto alla chiusura record testata lo scorso 26 gennaio a
$883,09, il mercato orso diventerà di nuovo realtà.
L'ultima volta che il titolo Tesla entrò in bear market fu l'8 settembre del 2020, quando chiuse a $330,21, con un crollo pari a -33,7% rispetto alla precedente chiusura record di $498,32 testata il 31 agosto scorso.
Detto questo, c'è da dire che, negli ultimi tre mesi di contrattazioni, Tesla ha guadagnato il 36,9%, contro il +8,4% dello S&P 500.
Oggi i sell colpiscono anche la rivale cinese NIO, che affonda di oltre -13%.
Tesla continua a pagare l'esposizione al Bitcoin annunciata giorni fa da colosso produttore di auto elettriche, con un investimento del valore di $1,5 miliardi.
L'investimento è stato accolto come l'ennesima benedizione impartita alla criptovaluta numero uno al mondo. Forte dell'assist di Tesla e dalla fiducia manifestata a più riprese dal mondo degli investitori istituzionali, il Bitcoin è volato domenica scorsa fin oltre $58.000, al record di sempre.
Ieri, l'affondo di Janet Yellen contro la valuta ha scatenato tuttavia una forte ondata di sell off, che ha portato il Bitcoin ad affondare fino a -17%, capitolando anche sotto la soglia di $49.000.
Il segretario al Tesoro Usa ha affermato che la criptovaluta rappresenta un modo "estremamente inefficiente" di condurre transazioni monetarie. L'ex presidente della Federal Reserve ha detto anche che rimangono importanti interrogativi sulla legittimità e sulla stabilità della moneta digitale. Non solo. Yellen ha anche accennato alla quantità di energia consumata nell'elaborazione delle transazioni BTC, definendola "sconcertante".
La paura della reflazione continua a tenere banco a Wall Street. Nella giornata di ieri i tassi sui Treasuries Usa a dieci anni sono balzati fino all'1,35%, dopo essere volati di 14 punti base la scorsa settimana al record dal febbraio del 2020. Dall'inizio del mese, i rendimenti sono volati di ben 27 punti base. Record anche per i tassi a 30 anni, che hanno testato il valore più alto in un anno, nella seduta di ieri, al 2,2%. In queste ore sta parlando Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, in occasione della sua audizione alla Commissione bancaria del Senato. I suoi commenti sui tassi e sull'inflazione potrebbero pilotare il sentiment di mercato, dopo i timori sulla reflazione Usa, scatenati dal balzo dei tassi sui Treasuries.
Tra le vittime illustri del Nasdaq c'è ancora Tesla, reduce dalla perdita record più forte dal settembre del 2020, accusata nella giornata di ieri.
La perdita odierna fa impallidire tuttavia quella della vigilia: l'azione affonda del 12,5%, precipitando a un livello inferiore del 24% rispetto all'ultima chiusura riportata a valori record: quindi, in base alla definizione degli analisti, in territorio di mercato orso.
In particolare, se il titolo chiuderà la sessione odierna al di sotto di quota $706,47, valore inferiore del 20% rispetto alla chiusura record testata lo scorso 26 gennaio a
$883,09, il mercato orso diventerà di nuovo realtà.
L'ultima volta che il titolo Tesla entrò in bear market fu l'8 settembre del 2020, quando chiuse a $330,21, con un crollo pari a -33,7% rispetto alla precedente chiusura record di $498,32 testata il 31 agosto scorso.
Detto questo, c'è da dire che, negli ultimi tre mesi di contrattazioni, Tesla ha guadagnato il 36,9%, contro il +8,4% dello S&P 500.
Oggi i sell colpiscono anche la rivale cinese NIO, che affonda di oltre -13%.
Tesla continua a pagare l'esposizione al Bitcoin annunciata giorni fa da colosso produttore di auto elettriche, con un investimento del valore di $1,5 miliardi.
L'investimento è stato accolto come l'ennesima benedizione impartita alla criptovaluta numero uno al mondo. Forte dell'assist di Tesla e dalla fiducia manifestata a più riprese dal mondo degli investitori istituzionali, il Bitcoin è volato domenica scorsa fin oltre $58.000, al record di sempre.
Ieri, l'affondo di Janet Yellen contro la valuta ha scatenato tuttavia una forte ondata di sell off, che ha portato il Bitcoin ad affondare fino a -17%, capitolando anche sotto la soglia di $49.000.
Il segretario al Tesoro Usa ha affermato che la criptovaluta rappresenta un modo "estremamente inefficiente" di condurre transazioni monetarie. L'ex presidente della Federal Reserve ha detto anche che rimangono importanti interrogativi sulla legittimità e sulla stabilità della moneta digitale. Non solo. Yellen ha anche accennato alla quantità di energia consumata nell'elaborazione delle transazioni BTC, definendola "sconcertante".
La paura della reflazione continua a tenere banco a Wall Street. Nella giornata di ieri i tassi sui Treasuries Usa a dieci anni sono balzati fino all'1,35%, dopo essere volati di 14 punti base la scorsa settimana al record dal febbraio del 2020. Dall'inizio del mese, i rendimenti sono volati di ben 27 punti base. Record anche per i tassi a 30 anni, che hanno testato il valore più alto in un anno, nella seduta di ieri, al 2,2%. In queste ore sta parlando Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, in occasione della sua audizione alla Commissione bancaria del Senato. I suoi commenti sui tassi e sull'inflazione potrebbero pilotare il sentiment di mercato, dopo i timori sulla reflazione Usa, scatenati dal balzo dei tassi sui Treasuries.
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