Wall Street guardinga all’indomani record DJ e S&P. Focus su outlook Fmi e Tesla. Fed smorza timori tassi
Pausa nel rally che ha portato ieri gli indici azionari Dow Jones e S&P 500 a chiudere a nuovi valori record. Ieri il Dow Jones ha chiuso in rialzo dell’1,13% a 33.527,19 punti; lo S&P 500 è salito dell’1,44% a 4.077,91 punti, mentre il Nasdaq è balzato dell’1,67% a 13.705,59 punti. Alle 15.45 ora italiana, il Dow Jones cede lo 0,20% a 33.459 punti; lo S&P 500 arretra dello 0,02% a 4.077 punti circa, mentre il Nasdaq fa +0,08% a 13.717 punti circa.
Occhio alla carrellata di annunci arrivati dal Fondo Monetario Internazionale, che ha rivisto al rialzo l’outlook sul Pil mondiale del 2021 dalla precedente crescita stimata a +5,5% nel mese di gennaio, a +6%. Per le economie dei paesi avanzati, il Fondo prevede un’espansione del 5,1%, e in particolare per gli Stati Uniti del 6,4%.
Tra i titoli sotto i riflettori nella sessione odierna, bene Snap, dopo il giudizio positivo degli analisti di Atlantic Equities, che hanno alzato il rating sul titolo della società che controlla l’APP di messaggistica Snapchat da “neutral” a “overweight”.
Gli analisti hanno motivato l’upgrade con la valutazione del titolo, ma anche con la transizione di Snap da piattaforma incentrata sulla messaggistica a una società con contenuti più ampi. Il titolo balza di oltre +6%.
Dopo l’ottima performance della vigilia, il titolo Tesla, invece, riporta un trend improntato alla debolezza, scendendo di quasi l’1%. Le quotazioni hanno chiuso la sessione di ieri in rialzo del 4,4% a oltre $691, beneficiando dei dati relativi alle consegne di auto del primo trimestre dell’anno.
A livello globale Tesla ha consegnato 184.800 veicoli nei primi tre mesi del 2021, oltre le stime di consensus che erano ferme a 169mila veicoli. Superato il record precedente di 180.570 raggiunto nell’ultimo trimestre del 2020.
Craig Irwin, analista senior della divisione di ricerca di Roth Capital, non si è lasciato tuttavia incantare dai numeri relativi alla consegne e, in un’intervista rilasciata alla Cnbc, ha detto di ritenere che il titolo sia sopravvalutato e che il suo vero valore sia di appena 150 dollari, praticamente in calo del 78% rispetto ai livelli attuali.
Deboli i titoli delle Big Tech, come Facebook, Amazon, Apple.
Tassi sui Treausuries rallentano anche sotto l’170% dopo essere saliti fino all’1,71% dopo la pubblicazione dell’ottimo report occupazionale Usa, diffuso venerdì scorso.
Il report ha messo in evidenza una creazione boom di posti di lavoro pari a +916.000 unità nel mese di marzo, al record dall’agosto del 2020, a fronte di un tasso di disoccupazione che è sceso al 6%. Il dato sulla creazione di nuovi posti di lavoro è stato decisamente migliore delle stime, con gli analisti di Dow Jones che avevano previsto un aumento di 675.000 unità. Il tasso di disoccupazione è stato invece in linea con le previsioni, pari appunto al 6%.
Il mese di aprile è iniziato bene per Wall Street, con lo S&P 500 che, lo scorso giovedì, ha superato per la prima volta nella sua storia la soglia di 4.000 punti, portando il suo guadagno da inizio anno a +7%.
Sulla borsa Usa, un importante assist è arrivato la scorsa settimana con l’annuncio del piano sulle infrastrutture di Joe Biden, del valore di $2 trilioni, che sarà finanziato con un aumento delle tasse corporate al 28%. Rimane l’ansia per il trend dei tassi dei Treasuries e per il rischio che la Fed ritiri le misure di stimoli monetari prima delle attese.
Come ha spiegato Anu Gaggar, analista senior degli investimenti globali di Commonwealth Financial Network, il trend dei mercati “riflette il ritiro delle restrizioni, la velocità nelle vaccinazioni e la spinta fornita dallo stimolo fiscale. La creazione più veloce di nuovi posti di lavoro e la crescita dei salari possono esercitare una pressione al rialzo sui prezzi e testare la pazienda della Fed nel continuare a perseguire una politica monetaria espansiva”.
Ma proprio stamattina è intervenuta la presidente della Federal Reserve di Cleveland, Loretta Mester. In un’intervista alla Cnbc Mester ha sdrammatizzato il trend dei rendimenti dei titoli di stato Usa: “Credo che un contesto di tassi dei bond più elevati sia del tutto comprensibile in una fase di miglioramento dell’outlook sull’economia. L’aumento è avvenuto in modo ordinato – ha spiegato Mester – Dunque non sono preoccupata al momento dell’aumento dei rendimenti. Non credo che ci sia nulla a cui la Fed debba reagire”.