Finanza Personale Furti di rame in aumento: colonnine elettriche nel mirino dei ladri

Furti di rame in aumento: colonnine elettriche nel mirino dei ladri

I furti di rame dalle colonnine di ricarica per veicoli elettrici causano danni economici e operativi.

19 Ottobre 2025 11:15

Il fenomeno dei furti di rame sta assumendo proporzioni allarmanti in diverse regioni italiane, mettendo a serio rischio l’intera catena della mobilità elettrica. A rendere la situazione ancora più delicata è il colpo inferto alle colonnine di ricarica, infrastrutture cruciali per chi punta a una transizione ecologica e sicura dei propri spostamenti.

Capita spesso che gruppi organizzati prendano di mira questi dispositivi, ricavandone un guadagno modesto dalla vendita del rame sul mercato nero, ma provocando ingenti spese di manutenzione e rallentando l’adozione di mezzi a basso impatto ambientale. Di fronte a questa ondata di vandalismo, le aziende del settore sono chiamate a investire risorse ed energie per salvaguardare un sistema in evoluzione, ma che rischia di perdere la fiducia degli utenti se le stazioni vengono percepite come inaffidabili.

Tecnologie e costi di ripristino

L’aspetto economico di questi furti va ben al di là del valore del materiale rubato: la sostituzione dei componenti e il ripristino delle postazioni possono superare i mille euro a singola colonnina, incidendo sensibilmente sui bilanci degli operatori. Questo circolo vizioso rallenta una crescita che dovrebbe essere esponenziale, proprio ora che la domanda di veicoli ecologici continua a salire.

Nel tentativo di minimizzare i danni, vengono sperimentate tecnologie avanzate: si studiano cavi con protezioni anti-taglio, dispositivi di allarme integrati e sistemi di GPS integrato per localizzare tempestivamente eventuali sottrazioni. Tuttavia, i ladri non restano a guardare e perfezionano le proprie tattiche con apparecchi e veicoli schermati, creando un’autentica sfida tecnologica senza esclusione di colpi.

Alternative al rame e nuovi materiali

In virtù dell’aumento dei reati e dell’elevato costo delle riparazioni, molte aziende valutano l’impiego di metalli meno appetibili, tra cui l’uso dell’alluminio. Sebbene questo materiale richieda alcuni compromessi tecnici, la sua scarsa attrattività economica potrebbe contribuire a ridurre gli episodi di furto.

Nel frattempo, prende piede l’idea di rendere i dispositivi sempre più sofisticati, introducendo marcatori chimici e sensori di manomissione in grado di lanciare immediati segnali di allerta. L’obiettivo è quello di anticipare i malintenzionati e rendere impossibile la rivendita illegale, isolando ogni transazione sospetta e favorendo la tracciabilità del materiale rubato.

Verso un approccio integrato

Non basta investire in soluzioni tecnologiche se, parallelamente, non si interviene su regolamenti e controlli: una legislazione più severa sui rottami metallici potrebbe fungere da deterrente, riducendo drasticamente le opportunità di riciclo illecito.

Nel contempo, la cooperazione tra le aziende del settore e le istituzioni locali è fondamentale per promuovere un sistema di scambio informativo immediato, finalizzato alla prevenzione e al ripristino rapido delle zone colpite. Solo un approccio sinergico e determinato può difendere un’infrastruttura strategica e garantire l’accesso alla ricarica elettrica in modo capillare, sostenendo un futuro realmente ecosostenibile e affidabile.

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