Fisco Dichiarazioni Frode sul bonus cultura: rubati i fondi di centinaia di diciottenni

Frode sul bonus cultura: rubati i fondi di centinaia di diciottenni

Scoperta una rete di frode informatica sul bonus cultura: SPID falsi, 2.500 identità irregolari e 500mila euro sottratti a giovani italiani.

6 Ottobre 2025 14:00

Le ombre di una frode informatica hanno travolto centinaia di diciottenni, ignari del fatto che i fondi riservati al loro bonus cultura fossero al centro di un raggiro capillare. Emerse segnalazioni da tutto il Paese, dove il credito previsto per le attività culturali risultava improvvisamente azzerato.

Il danno supera la soglia di mezzo milione di euro, sottratto dalle casse pubbliche attraverso un meccanismo di raggiro ben studiato. Fulcro di questa trappola è stata la creazione di SPID falsi, ottenuti grazie a una campagna di phishing mirato, capace di carpire dati personali e documenti digitali con estrema facilità. Quindici individui figurano tra i principali sospettati di aver orchestrato l’operazione, profitto di un’organizzazione disposta a tutto pur di guadagnare illecitamente.

Operazione e ruoli strategici

La Procura di Torino ha coordinato indagini su vasta scala, culminate nell’individuazione di quindici indagati e nell’emergere di 2.500 identità digitali rubate. L’inchiesta ha svelato come gli organizzatori del raggiro, dopo aver creato profili paralleli con credenziali sottratte, fossero in grado di generare centinaia di voucher e di convogliarli su esercizi commerciali compiacenti.

Questi ultimi presentavano dichiarazioni fittizie per ricevere rimborsi indebiti, riversando nelle tasche dei truffatori ingenti somme di denaro. Una rete ben articolata, dislocata in più regioni, che ha approfittato dell’entusiasmo dei diciottenni e delle falle nel sistema di verifiche.

Retroscena e accertamenti

Fondamentali, in questo contesto, gli interventi della Polizia Postale, che ha sequestrato documenti contraffatti, dispositivi POS manomessi e conti bancari collegati all’attività illecita. Sul versante istituzionale, è emerso un forte allarme per le lacune nei sistemi di controllo, tanto che il Ministero della Cultura si è trovato a fronteggiare richieste di chiarimento e rimborsi sospetti.

Spesso capita che le vittime si accorgano dell’avvenuta truffa soltanto quando, accedendo alla piattaforma, trovano i loro fondi scomparsi. Questo caso, pertanto, mette in luce l’urgenza di nuove soluzioni per tutelare le identità digitali e rendere più stringenti le verifiche.

Prospettive future

Dopo l’ampio clamore suscitato dall’indagine, le istituzioni promettono di alzare le difese: nuove tecnologie di prevenzione e protocolli di segnalazione rapida potranno contrastare il ripetersi di episodi simili. Nel frattempo, le prossime iniziative per i più giovani, come la Carta della cultura giovani, richiedono verifiche ancora più rigorose.

Il sistema dovrà contemplare procedure di riconoscimento all’avanguardia, capaci di scongiurare la duplicazione dei profili digitali e garantire un accesso trasparente alle risorse pubbliche. Soltanto così si potrà recuperare la fiducia dei ragazzi e sostenere la loro partecipazione attiva al panorama culturale nazionale.

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