Finanza Personale Apple chiede all’UE di cancellare la legge sulla concorrenza digitale

Apple chiede all’UE di cancellare la legge sulla concorrenza digitale

Apple sfida l’Unione Europea chiedendo l’abrogazione del Digital Markets Act, dopo sanzioni e accuse di pratiche anticoncorrenziali.

25 Settembre 2025 11:30

Nel panorama odierno, la tensione tra Apple e UE risulta più accesa che mai. Da un lato, l’azienda californiana difende con determinazione il suo ecosistema, affermando che la trasparenza e la sicurezza interna siano elementi imprescindibili per garantire un livello di eccellenza tecnologica.

Dall’altro, le autorità comunitarie continuano a insistere sulla necessità di prevenire possibili abusi di posizione dominante, ritenendo fondamentale creare un ambiente in cui tutti gli operatori, grandi o piccoli, possano competere su basi eque.

Nel mezzo, analisti e osservatori di settore mirano a decifrare gli sviluppi futuri, soppesando i vantaggi di un quadro regolatorio stringente contro le esigenze di un mercato in rapida trasformazione.

Apple e UE: discussioni sul quadro normativo

Da qualche mese, la Commissione dell’UE ha intensificato i controlli sulle big tech, imponendo sanzioni ad Apple dai valori significativi e richiedendo un maggiore rispetto delle regole di concorrenza. A innescare molte di queste azioni è stato il Digital Markets Act, la normativa di punta pensata per arginare i comportamenti anticoncorrenziali e promuovere una competizione leale.

Secondo i portavoce di Bruxelles, l’equilibrio tra tutela del consumatore e stimolo all’innovazione risulta delicatissimo, e ogni infrazione può comportare conseguenze importanti. Questo clima di vigilanza costante sta ridefinendo le dinamiche tra giganti tecnologici e organi regolatori, aprendo scenari inediti per il contesto europeo.

Critiche e contraddizioni

Nonostante le pressioni crescenti dell’UE, l’azienda Apple di Cupertino continua a difendere il proprio modello operativo: dalle commissioni sulle transazioni fino alla gestione del App Store, tutto viene presentato come un meccanismo funzionale alla qualità del servizio.

Tuttavia, molti esperti ritengono che sia proprio in questi mercati digitali che si manifestino le forme più subdole di privilegio. Le recenti contestazioni sui blocchi geografici – ovvero l’impossibilità per alcuni utenti di accedere a determinati contenuti a seconda della loro area di residenza – rappresentano uno dei nodi più controversi. In un ambiente globale e interconnesso, ogni limitazione di questo tipo appare in contrasto con i principi di libera circolazione e accesso universale.

Lo scontro istituzionale, alimentato dalle strategie di tutela delle grandi piattaforme e dalla volontà dell’UE di fissare regole rigide, non sembra destinato ad attenuarsi in tempi brevi nemmeno davanti ad Apple.

Molti credono che un eventuale compromesso debba basarsi su un approccio equilibrato, capace di garantire investimenti costanti e opportunità di crescita all’interno del mercato europeo, senza sacrificare gli obiettivi di concorrenza e pluralismo.

Intanto, le aziende rimangono in stato di allerta, studiando nuove formule di adattamento e attendendo segnali chiari dai legislatori. L’Europa intende proseguire sulla strada del controllo rigoroso, nella convinzione che solo una linea ferma possa davvero plasmare un futuro più equo nel panorama digitale.

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