Finanza Personale Messina, il Ponte sullo Stretto rischia lo stop UE

Messina, il Ponte sullo Stretto rischia lo stop UE

La Commissione Europea solleva dubbi su costi, procedure di appalto e impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina che ora rischia lo stop.

24 Settembre 2025 09:19

Il ponte sullo stretto di Messina continua a sollevare un acceso dibattito tra i sostenitori dell’infrastruttura e quanti ne denunciano rischi e incertezze. Recentemente, la commissione europea ha inviato una doppia comunicazione al governo italiano, rimarcando come l’impatto ambientale e le procedure di appalto siano elementi fondamentali da chiarire, specialmente in un contesto in cui la trasparenza appare messa in discussione.

Gli interrogativi, sul piano tecnico e progettuale, riguardano l’effettiva sostenibilità dell’opera in aree naturali particolarmente delicate, mentre crescono i dubbi su costi di realizzazione e rispetto delle norme comunitarie. Parallelamente, l’attenzione del pubblico resta alta, alimentata dalle posizioni contrastanti di enti locali, attori economici e forze politiche.

Ponte sullo stretto di Messina: preoccupazioni ecologiche e garanzie compensative

La tutela dell’habitat dello Stretto ha portato alla luce le criticità legate alla valutazione di incidenza ambientale, già oggetto di controversia in passato. Originariamente bocciata, la proposta è stata successivamente approvata grazie alle cosiddette misure compensative, studiate per ridurre gli effetti dell’inquinamento atmosferico, idrico e acustico.

Tuttavia, la portata di tali interventi è ancora in fase di esame: la comunità scientifica e alcuni gruppi ambientalisti restano scettici sulla loro reale efficacia. Ancora più significative sono le incertezze sulle tutele per la fauna marina e i possibili cambiamenti a livello idrogeologico, fattori che impongono uno scrutinio estremamente rigoroso prima di procedere con ulteriori lavori.

Aumenti di spesa e mutamento del bando

Il tema dei costi, passati da una stima iniziale di 3,9 miliardi a 13,5 miliardi, ha innescato una discussione serrata sulle responsabilità del rincaro e sulle modalità con cui sono state gestite le gare. La società del ponte sullo stretto di Messina si è difesa, sostenendo che l’adeguamento sarebbe in parte dovuto all’inflazione e alla necessità di implementare standard più elevati.

Tuttavia, il passaggio da project financing ad appalto tradizionale ha aperto un confronto sulla legittimità delle procedure di appalto, con sospetti di possibili violazioni della concorrenza. Si tratta di un cambiamento che le autorità europee stanno verificando con attenzione, in quanto potrebbero sussistere futuri richiami o sanzioni.

Richieste di trasparenza

La vicenda si è ulteriormente complicata quando un parlamentare ha richiesto l’accesso al contratto firmato dalla società che si occupa del progetto del ponte sullo stretto di Messina, ricevendo però un rifiuto motivato dalla mancanza di “interesse personale diretto e concreto”.

Questo veto ha sollevato nuove perplessità sull’effettiva volontà di condividere documenti chiave, alimentando un acceso dibattito sulla trasparenza. Molti osservatori giudicano la vicenda emblematica, poiché mette in luce difficoltà strutturali nella gestione di opere di grande rilievo infrastrutturale.

Si resta dunque in attesa di ulteriori sviluppi, nella speranza che i chiarimenti richiesti garantiscano una normale interlocuzione istituzionale e traccino il percorso verso una decisione condivisa su un progetto così simbolico per l’Italia.

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