Fisco Mutui ancora cari: l’allarme Fabi dopo i tagli Bce

Mutui ancora cari: l’allarme Fabi dopo i tagli Bce

Nonostante i tagli ai tassi della Bce, i mutui in Italia restano cari. La Fabi denuncia la mancata trasmissione dei benefici e chiede nuove misure per le famiglie.

14 Settembre 2025 14:00

Il mercato dei mutui in Italia si trova in una fase delicata, sospeso tra la voglia di ripresa e la prudenza imposta da un contesto ancora incerto. Nonostante i ribassi dei tassi interesse decisi dalla Banca centrale europea, le banche nazionali continuano a mantenere i finanziamenti immobiliari entro un intervallo che oscilla tra il 3,6% e il 3,9%, creando un divario oltre un punto percentuale rispetto al tasso ufficiale fissato al 2%.

Questa discrepanza nasce dal desiderio degli istituti di credito di proteggere i propri profitti, piuttosto che trasferire immediatamente i benefici del costo del denaro più contenuto alle famiglie. L’impatto più evidente si avverte nelle fasce di popolazione con minore stabilità professionale, che faticano ad accedere a un credito casa su misura per le loro esigenze.

Mutui cari: trasmissione della politica monetaria

Uno dei nodi centrali di questa situazione riguarda il meccanismo di trasmissione delle decisioni della Banca centrale europea alla rete bancaria. Secondo la Fabi, gli istituti stanno tralasciando di adattare in modo proporzionale le condizioni dei prestiti, pur beneficiando di costi di raccolta ridotti.

Specialmente in un quadro economico ancora incerto, le banche preferiscono manovrare con cautela, mantenendo elevati i margini. L’assenza di una forte concorrenza interna, dovuta anche a una scarsa domanda di mutui immobiliari, favorisce questo atteggiamento prudente. Per i risparmiatori, ciò si traduce in offerte che rimangono saldamente ancorate a livelli più elevati.

Aumento dello stock e opportunità future

Nonostante queste rigidità, si intravede un segnale di fiducia nel recente incremento dello stock mutui. I dati evidenziano una crescita significativa, da 423,1 miliardi di euro a luglio 2024 a 435,1 miliardi a luglio 2025, con un aumento di oltre 12 miliardi.

Questa spinta suggerisce un leggero risveglio del mercato immobiliare e potrebbe favorire, nel medio periodo, condizioni più vantaggiose per chi desidera comprare casa. Tuttavia, rimane il timore che la ripresa non sia sufficiente a sciogliere i vincoli all’accesso al credito, soprattutto per i giovani e per chi ha contratti precari, categorie spesso penalizzate da criteri di valutazione troppo rigidi.

Soluzioni e prospettive d’intervento

Per scongiurare il rischio di esclusione dal mercato immobiliare, la Fabi sollecita interventi più decisi e strutturali. Tra le proposte figura il rafforzamento delle garanzie statali, strumento fondamentale per sostenere la prima casa e dare una spinta ai segmenti di popolazione più vulnerabili.

Inoltre, si invocano misure volte a incentivare la concorrenza tra istituti di credito, per abbattere le barriere che ancora rallentano la ripartenza del comparto. Solo in presenza di un mercato più dinamico e aperto sarà possibile allentare i vincoli e garantire un migliore accesso ai mutui, rispondendo realmente alle esigenze di chi sogna di ottenere un mutuo per la casa a condizioni più eque.

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