Finanza Personale Booking.com nel mirino: maxi causa degli hotel europei e multe milionarie

Booking.com nel mirino: maxi causa degli hotel europei e multe milionarie

Oltre 10.000 hotel europei citano Booking.com per pratiche scorrette. Sanzioni milionarie e nuove regole UE ridefiniscono il mercato delle prenotazioni online.

1 Settembre 2025 16:45

Le nubi si addensano sul panorama dell’ospitalità, mentre oltre diecimila strutture ricettive si preparano a sfidare in tribunale Booking.com. Questa vasta class action, che coinvolge soprattutto hotel europei, solleva interrogativi cruciali sulle pratiche di uno dei giganti del mercato prenotazioni online.

Gli operatori ritengono che la dipendenza da una singola piattaforma abbia minato la loro capacità di proporre offerte più flessibili e, al tempo stesso, di preservare i margini di guadagno. Il malcontento si respira da tempo, ma oggi si concretizza in una battaglia legale che potrebbe infrangere certezze consolidate e ridefinire gli equilibri tra albergatori e grandi marketplace. Il clima è teso, e le parti in causa non lasciano intendere alcun compromesso: le sorti del settore turistico europeo sono in bilico.

La controversa “best price clause”

Tutto sembra ruotare attorno alla best price clause, una clausola che impedisce ai gestori alberghieri di offrire tariffe più basse rispetto a quelle pubblicate su piattaforme esterne. Secondo gli imprenditori, tale vincolo erode gli spazi per la negoziazione e impedisce di lanciare promozioni dirette. A peggiorare la situazione, si aggiungono le commissioni ritenute eccessive, che minacciano i profitti di numerosi operatori.

Alcuni albergatori puntano il dito anche contro il programma Preferred Partner, considerato una vetrina privilegiata per chi accetta di riconoscere compensi superiori alla media. Questa visione d’insieme, già di per sé complessa, si intreccia con le spinte regolatorie provenienti dalle autorità nazionali, sempre più sollecitate a intervenire.

Regolamentazione e ruolo del Digital Markets Act

L’attenzione delle istituzioni si fa ancor più serrata con l’introduzione del Digital Markets Act, che mira a porre regole più stringenti sulle piattaforme dominanti. In questo scenario, l’organo comunitario ha etichettato il colosso delle prenotazioni come gatekeeper, definendo un pacchetto di obblighi e restrizioni per salvaguardare la trasparenza e la concorrenza nel mercato.

Le autorità antitrust di vari Paesi hanno condotto ispezioni e indagini, imponendo sanzioni economicamente rilevanti e portando alla luce una frattura insanabile tra i colossi digitali e l’industria alberghiera. E mentre la pressione normativa aumenta, l’attenzione degli investitori si focalizza sulle possibili ripercussioni di eventuali risarcimenti plurimilionari.

Tensioni future in un mercato in continua evoluzione

Lo sviluppo di questa controversia potrebbe sovvertire le regole del gioco, generando un impatto di vasta portata su promozioni e tariffe. Se gli albergatori riuscissero a ottenere maggiore flessibilità, non sarebbero più costretti a sottostare a meccanismi vincolanti che, secondo molti, limitano l’innovazione e riducono i margini di manovra.

D’altra parte, le piattaforme tendono a difendere la propria posizione, sostenendo che il costo del servizio sia commisurato alla visibilità globalizzata offerta a ogni struttura. Di certo, la posta in gioco è alta: in un contesto dove l’ospitalità rappresenta un pilastro economico, la decisione finale di questa disputa legale avrà ripercussioni profonde sia sulle singole attività sia sulle strategie collettive dell’intero settore ricettivo.

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