Lazio, via libera alla trasformazione di garage e seminterrati in abitazioni
La Legge Regionale 171 del Lazio consente la trasformazione di garage e seminterrati in abitazioni o negozi, con incentivi e nuovi requisiti.
Fonte immagine: Finanza.com
La Regione Lazio apre le porte a una svolta residenziale che potrebbe sorprendere chiunque cerchi nuove prospettive nel settore immobiliare. La recente Legge Regionale 171 punta alla trasformazione locali interrati, seminterrati e garage in ambienti destinati all’abitazione o al commercio.
Questa novità promette di rivoluzionare il mercato immobiliare, offrendo un concetto di rigenerazione urbana dove non si consuma altro suolo e, al contempo, si amplia l’orizzonte abitativo.
Locali a piano terra o sotto il livello stradale, come magazzini e cantine, possono ora affrontare un futuro diverso, purché rispettino requisiti come altezza minima (2,40 metri in ambito residenziale e 3 metri per attività commerciali), sicurezza strutturale ed efficienza energetica.
Grande attenzione anche a elementi come i sistemi per contrastare umidità e gas radon, aspetti fondamentali per garantire salute e comfort.
Un nuovo approccio all’urbanistica
Parallelamente a questa spinta innovativa, il contributo di costruzione viene affiancato da un contributo straordinario del 50% destinato a favorire opere di prevenzione del dissesto idrogeologico.
In un contesto così vivace, gli incentivi edilizi appaiono come una leva potente per aumentare la offerta abitativa: sono previsti sconti del 20% per le prime case, addirittura estendibili al 30% su decisione comunale.
Per i comuni più piccoli, l’aliquota scende ulteriormente, con riduzioni consistenti che premiano l’iniziativa e supportano la rivitalizzazione di zone che spesso rischiano di spopolarsi. È un’opportunità che mira a coniugare interesse privato e bene pubblico, mettendo a frutto spazi finora trascurati.
Vincoli e aree sensibili
Nonostante l’entusiasmo, è doveroso richiamare l’attenzione sui possibili ostacoli. Locali situati in zone interessate da rischio idrogeologico non potranno essere convertiti, e la legge pone ulteriori limiti in merito ad edifici che superano le otto unità abitative, ad eccezione dell’edilizia popolare.
Restano escluse anche le aree agricole e i centri storici delle città con più di 150.000 abitanti nel caso si vogliano realizzare nuove unità residenziali o turistiche. Tali restrizioni servono a garantire che la trasformazione degli spazi avvenga nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza e di salvaguardia del territorio, evitando interventi avventati che potrebbero minare la sostenibilità dell’intero progetto.
Prospettive future
Questa evoluzione normativa stimola riflessioni su eventuali speculative o possibili rischi di abbassamento degli standard qualitativi delle abitazioni, ma il quadro generale sembra proiettare uno scenario di crescita dinamica.
Grazie alle nuove disposizioni, molti proprietari potranno valorizzare i propri immobili, mentre i cittadini beneficeranno di un ventaglio più ampio di soluzioni abitative e commerciali. L’idea di ridare vita a spazi sottoutilizzati, garantendo sicurezza e salubrità ambientale, testimonia un nuovo corso che vuole connettere esigenze economiche e benessere collettivo.
Se ben gestite, queste iniziative potrebbero diventare un modello di riferimento per un’edilizia sostenibile, capace di preservare il suolo e rispondere alla domanda di unità abitative in modo più intelligente e consapevole.
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