Pensione a 64 anni: chi può andarci davvero?
Pensione a 64 anni: tutte le regole 2025. Requisiti contributivi, importi minimi, limiti e opzioni alternative come Quota 103 e APE Sociale.
Fonte immagine: Finanza.com
Molti lavoratori si interrogano su come anticipare il loro pensionamento con l’obiettivo di vivere più serenamente e godere del frutto dei propri contributi in tempi ragionevoli. Ottenere la pensione anticipata non è affatto un miraggio: l’ordinamento italiano offre diverse opzioni, purché si soddisfino precisi requisiti e si raggiungano soglie contributive adeguate.
Chi desidera lasciare il lavoro prima dei canonici 67 anni può puntare su percorsi che valorizzano la flessibilità, consentendo di valutare con attenzione l’ammontare futuro del proprio assegno e le opportunità di sostegno economico, così da progettare una terza età senza stress.
Pensione a 64 anni e requisiti contributivi
Tra le formule che danno diritto a un’uscita anticipata, la pensione a 64 anni è una soluzione particolarmente gettonata, purché si disponga di almeno 20 anni di versamenti e di un assegno che superi tre volte l’importo dell’assegno sociale.
Questi requisiti contributivi garantiscono un sostegno economico dignitoso e tutelano i lavoratori, specialmente coloro che hanno attraversato periodi di contribuzione frammentata. Le lavoratrici con figli possono godere di soglie ridotte per ottenere un anticipo sull’età pensionistica, assicurandosi nel contempo un reddito stabile secondo la normativa vigente, con un occhio di riguardo all’equilibrio tra diritti e doveri.
Importo minimo e Gestione Separata
Per chi ambisce a un ritiro anticipato, l’attenzione all’importo minimo risulta cruciale, perché la legge prevede che l’assegno non scenda sotto determinate soglie, attualmente prossime a 1.616 euro mensili (importo ridotto in caso di figli a carico).
Occorre poi considerare il limite massimo di circa 2.693 euro fino al compimento dei 67 anni. Un’ulteriore possibilità è rappresentata dalla gestione separata INPS: tramite il computo dei contributi, chi ha iniziato a versare prima del 1996 può raggruppare diversi periodi assicurativi, a patto di aver maturato almeno 15 anni di contribuzione complessiva e un mese di iscrizione alla Gestione stessa.
Alternative Flessibili e Conclusioni
Sul panorama delle uscite dal mondo del lavoro spicca anche la quota 103, che consente di anticipare a 62 anni l’età pensionabile, a fronte di 41 anni di contribuzione, e l’accesso all’assegno risente di rigidi vincoli di cumulo con altri redditi. Altrettanto significative sono le tutele offerte dall’APE sociale per i soggetti disagiati a 63 anni e 5 mesi, se appartenenti a categorie selezionate. Valutare con accortezza il momento del pensionamento e le condizioni economiche al contorno rimane un passaggio decisivo: una panoramica attenta di tutte le opzioni disponibili assicura scelte ponderate e una futura stabilità finanziaria.
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