Unioncamere: assunzioni agosto in calo
Il Bollettino Excelsior Unioncamere segnala 335.200 assunzioni ad agosto 2025 e il 46% di difficoltà nel reperire profili. Focus su settori e regioni.
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Le più recenti rilevazioni di Unioncamere descrivono un quadro piuttosto complesso che avvolge il mercato del lavoro italiano: ad agosto 2025, le imprese prevedono assunzioni per 335.200 lavoratori, ma con una flessione del 3,6% rispetto all’anno precedente.
A colpire non è solo il fisiologico calo dei posti proposti, bensì la difficoltà reperimento personale, che oggi tocca il 46% delle posizioni disponibili. Tale carenza è spesso frutto di un mancato incontro tra domanda e offerta: infatti, il 31% di chi cerca non trova candidati, mentre un ulteriore 12% lamenta competenze non adeguate. Un quadro che, se non risolto, rischia di frenare l’intero sistema economico.
Fabbisogno e settori produttivi
Su base mensile, il settore dei servizi guida la domanda, con 222.000 nuovi inserimenti previsti ad agosto e ben 934.750 nell’arco del trimestre, alimentati soprattutto dai comparti dell’alloggio, ristorazione e turismo (78.360 posizioni). Seguono i servizi alle imprese, il commercio e i servizi rivolti alle persone.
L’industria, invece, conta su 76.280 ingressi, dove spiccano il manifatturiero e le costruzioni, mentre il settore primario punta a 36.220 nuovi posti. Nel complesso, si prospetta un totale di 1.425.780 opportunità tra agosto e ottobre, un dato perlopiù stabile anno su anno.
Carenze sui profili e disallineamenti
Uno dei nodi centrali rimane la scarsità di profili specializzati in vari ambiti. Non solo operai saldatori e fonditori, che sfiorano tassi di difficoltà superiori al 70%, ma anche professionisti qualificati come i tecnici della salute e gli esperti in campo ingegneristico.
In alcune regioni, come il Trentino-Alto Adige, la percentuale di posizioni difficilmente copribili raggiunge il 60,1%, mentre il Friuli Venezia Giulia e l’Abruzzo si attestano rispettivamente al 58,6% e al 51,9%. È evidente come la mancanza di personale adeguato non sia confinata a un singolo segmento lavorativo, bensì si estenda a livelli di competenza diversi.
Strumenti per la competitività futura
Il crescente divario tra imprese e forza lavoro rende urgente un investimento più solido nella formazione professionale, focalizzata su percorsi in linea con le reali necessità delle aziende. Migliorare la qualità dell’istruzione tecnica, promuovere corsi specializzati e rafforzare i legami tra scuole, università e imprese sono passaggi chiave per formare figure competenti e aggiornate.
Solo interventi mirati e continui, supportati da programmi di inserimento personalizzati, potranno correggere il disallineamento attuale e garantire un futuro più sostenibile, in cui qualità e quantità di personale coincidano con l’evoluzione rapida del tessuto economico italiano.
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