Finanza Personale Fintech cresce, ma controlli antiriciclaggio carenti

Fintech cresce, ma controlli antiriciclaggio carenti

L'Autorità Bancaria Europea segnala gravi carenze nei controlli antiriciclaggio del fintech: rischi e integrità del sistema.

4 Agosto 2025 17:30

La crescente espansione del fintech nel panorama finanziario ha acceso i riflettori su un potenziale vuoto normativo e su rischi che, fino a ieri, sembravano trascurabili. In un contesto dove rapidità e facilità d’uso hanno fatto da padroni, l’adozione di misure efficaci di controlli antiriciclaggio non sempre ha ricevuto l’attenzione che meritava.

Ecco perché l’intervento dell’EBA si rivela particolarmente rilevante: mette in evidenza non solo le opportunità, ma anche le aree di vulnerabilità che potrebbero aprire la strada a pericoli concreti per cittadini e aziende.

La crescente sofisticazione delle minacce, favorita dall’evoluzione tecnologica, ha sollevato una domanda pressante su come ridurre l’esposizione alla cybercriminalità e garantire la massima conformità alle normative vigenti.

Fintech: rischi e vulnerabilità

I sistemi fintech, pur offrendo notevoli vantaggi competitivi, possono trasformarsi in un terreno fertile per outsourcing sprovveduto e per procedure di controlli antiriciclaggio, con conseguenze gravi per l’intero settore bancario.

Le banche tradizionali che hanno incorporato piattaforme innovative attraverso acquisizioni o partnership rischiano di importare falle di sicurezza e metodologie di gestione poco trasparenti. In un’epoca in cui la velocità di processo è considerata il principale motore di crescita, le verifiche sui fornitori esterni e la capacità di identificare con precisione l’identità del cliente vengono talvolta sacrificate a favore della volumetria delle transazioni. Il risultato? Un potenziale bersaglio per frodi, violazioni di dati sensibili e operazioni illecite difficili da rintracciare.

Nella cornice delle normative comunitarie, spicca l’esigenza di consolidare un sistema di regole che copra ogni fase dell’operatività finanziaria e digitalizzata. L’Autorità Bancaria Europea ha ribadito con forza la necessità di un adeguato fintech con standard di sicurezza che sappia anticipare le minacce e sanzionare chi non rispetta le direttive.

Ciò si traduce in un maggiore coordinamento tra gli organi di vigilanza nazionali e internazionali. La posta in gioco non riguarda solo la lotta all’antiriciclaggio di denaro o al finanziamento del terrorismo, ma anche la tutela di un meccanismo economico essenziale al benessere della collettività.

Del resto, una regolamentazione frammentaria e disomogenea finisce per incentivare comportamenti opportunistici in cui le lacune normative vengono sfruttate per perpetrare attività criminose.

Verso un sistema più sicuro

Per garantire la solidità strutturale del settore, l’obiettivo comune è quello di rendere le piattaforme fintech più affidabili, sostenendo ogni sforzo di rafforzamento della sicurezza informatica e di elevazione degli standard di trasparenza.

L’Unione Europea ha il compito di orchestrare nuove iniziative legislative che favoriscano la collaborazione tra tutti gli attori, promuovendo soluzioni operative adeguate e procedure di controllo uniformi.

Alla luce di queste raccomandazioni, il cammino verso un ecosistema digitale integrato procede solo se supportato da politiche lungimiranti e da meccanismi di supervisione capaci di evolversi insieme al ritmo incessante dell’innovazione.

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