Trump minaccia il lusso svizzero: rischio per Rolex
Trump minaccia il lusso svizzero con dazi che mettono a rischio anche Rolex: scopri come si prepara il mercato e chi ne trae vantaggio.
Fonte immagine: ANSA
La mossa di introdurre un nuovo dazio sulle importazioni di Rolex verso gli Stati Uniti ha sollevato un polverone fra gli amanti dell’alta orologeria e gli analisti finanziari, che osservano con apprensione l’evoluzione dei prezzi.
Annunciato da Trump, l’incremento doganale si prospetta come un fattore in grado di rivoluzionare un segmento “di nicchia”ma fondamentale per il mercato del lusso. Secondo indiscrezioni, alcuni modelli iconici come il Rolex Submariner potrebbero subire rincari a doppia cifra, portando i collezionisti a rivedere il proprio budget e gli esperti a interrogarsi sulle possibili ripercussioni sul franco svizzero.
In parallelo, l’esportazioni in forte crescita evidenziano un trend che non lascia spazio a dubbi circa la rilevanza strategica di questo settore. Tuttavia, fonti interne riferiscono che realtà come SwissWatchExpo stiano già valutando nuove strategie per fronteggiare l’imminente cambiamento.
Rolex e i dazi USA: la Spinta fiscale e le nuove regole
La manovra fiscale, che entrerà in vigore tra pochi giorni, si presenta come un intervento volto a correggere gli squilibri nella bilancia commerciale. L’idea di tutelare i produttori interni ha però innescato una serie di reazioni a catena: da un lato, gli importatori temono un drastico calo della domanda a causa dei rincari, dall’altro le maison svizzere come Rolex si trovano costrette a ripensare le proprie politiche di prezzo.
Proprio in questa fase di incertezza, gli analisti segnalano un crescente stato di allerta tra i rivenditori ufficiali, che vedono affiorare il rischio di un rallentamento nelle vendite di modelli di fascia alta. Le parole di alcuni dirigenti del settore evidenziano la preoccupazione per i riflessi sul commercio globale e sulle relazioni diplomatiche, specialmente se le tensioni dovessero estendersi a settori merceologici contigui.
Alla luce di questi sviluppi, i produttori svizzeri come Rolex vagliano strategie di diversificazione geografica, valutando l’espansione in mercati emergenti e cercando di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, i colossi della distribuzione stanno esaminando politiche di prezzo più elastiche, capaci di diluire i costi addizionali e di preservare un margine competitivo.
Inevitabilmente, le opportunità di investimento si concentrano anche su contratti a termine e coperture per il franco, mettendo la stabilità valutaria al centro delle analisi. La partita non si gioca solo sull’imposizione delle nuove tariffe, ma implica ripercussioni di vasta portata: dall’evoluzione delle filiere internazionali al posizionamento strategico dei grandi marchi di alta orologeria, questa politica commerciale segna una svolta che potrebbe lasciare il segno per gli anni a venire.
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