Fisco Casa Imu e immobili abbandonati: esplode il fenomeno dei ruderi in Italia

Imu e immobili abbandonati: esplode il fenomeno dei ruderi in Italia

Boom di immobili abbandonati in Italia: +126% dal 2011. IMU e taglio delle agevolazioni spingono i proprietari ad abbandonare le case. Focus province colpite.

1 Agosto 2025 15:13

Il silenzioso dilagare degli immobili abbandonati ha assunto proporzioni impressionanti, mettendo in luce una condizione di progressivo deterioramento strutturale in tutto il Paese. Esistono vere e proprie zone d’ombra, dove le pareti scrostate e i tetti sfondati diventano simboli tangibili di un declino che nessuno sembra voler fermare. In molti casi, la scelta di lasciare in rovina tali strutture si lega alla IMU, ritenuta una minaccia per i proprietari che non riescono più a sostenere i costi di un immobile poco redditizio. Così si assiste a un meccanismo paradossale: trasformare le case cadenti in unità collabenti per sottrarsi alla tassazione, ignorando i rischi di vandalismo e degrado che si moltiplicano sul territorio.

L’espansione del disastro urbano

La crescita esponenziale di ruderi e abitazioni pericolanti interessa tanto i piccoli centri quanto le grandi città, con una mappa di abbandono che attraversa indistintamente tutte le province italiane. I dati evidenziano un passaggio vertiginoso dal centinaio di migliaia di edifici fatiscenti a oltre mezzo milione in poco più di un decennio. Aree un tempo vivaci si trasformano gradualmente in scenari spettrali, favorendo occupazioni abusive e attività illecite. Ogni parete che crolla diventa un monito silente di un fenomeno che, anziché arrestarsi, si consolida: sempre più proprietari trovano più facile rinunciare alla manutenzione che accollarsi nuove spese.

Effetti sociali e fiscali

L’incuria prolungata non ricade soltanto sul patrimonio immobiliare, ma ha ripercussioni profonde anche sul tessuto umano ed economico delle comunità. La mancanza di agevolazioni fiscali adeguate, unitamente a una riduzione degli incentivi, rende il rilancio di questi edifici un’impresa poco attraente. Si entra così in una spirale discendente, dove le case decrepite perdono qualsiasi appealing commerciale, accentuando il disagio abitativo e lo spopolamento dei centri urbani meno vitali. Il vero nodo resta la decadimento dell’offerta abitativa: cittadini e investitori si trovano spesso davanti a un muro normativo che blocca iniziative di recupero e scoraggia chi desidera intervenire su queste macerie dimenticate dalle istituzioni.

Verso un nuovo modello di recupero

Per arginare il crollo progressivo di interi quartieri, si parla sempre più spesso di riqualificazione edilizia come unica via d’uscita. Tale intervento, se accompagnato da efficaci riforme, potrebbe favorire un cambio di rotta nell’approccio alla gestione immobiliare. Servirebbe un sistema di incentivi strutturati, che incoraggi la collaborazione tra amministrazioni locali e proprietari, così da trasformare i ruderi in risorse per lo sviluppo. In quest’ottica, una revisione coraggiosa del quadro legislativo, volta a premiare gli investimenti e a sostenere la nascita di progetti abitativi sostenibili, potrebbe riscrivere le regole del gioco e restituire dignità a un patrimonio edilizio che merita di essere salvato.

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