Finanza Personale Auto rubate in Italia: quali sono quelle più a rischio? Ecco la lista nera

Auto rubate in Italia: quali sono quelle più a rischio? Ecco la lista nera

Furti d’auto in aumento nel 2024: Fiat Panda e 500 le più colpite. Analisi su regioni, tecniche hi-tech, impatto assicurativo e mercato ricambi.

22 Luglio 2025 18:00

Non v’è dubbio che il fenomeno dei furti di veicoli stia raggiungendo livelli di allerta sempre più elevati: ben 136.201 mezzi sono stati sottratti nel 2024, segnando così un incremento del 3% rispetto allo scorso anno. A subire il peso di questa ondata criminosa sono in particolare quei modelli più diffusi sulle nostre strade.

Non sorprende, dunque, che la Fiat Panda rimanga il bersaglio prediletto dei ladri, con 13.311 esemplari trafugati. L’effetto di questa spirale di sottrazioni non si limita tuttavia a veicoli utilitari, poiché diversi SUV popolari, come la Jeep Renegade e la Fiat 500X, figurano anch’essi tra i “favoriti” nei dossier delle autorità.

Geografia del problema

I colpi più numerosi vengono registrati in Campania, Lazio, Sicilia, Puglia e Lombardia, regioni che assieme sfiorano quasi l’80% dei casi a livello nazionale. Da qui si dirama un preoccupante retroscena di fiorenti traffici illeciti, caratterizzato da furti hi tech sempre più all’avanguardia: i criminali si avvalgono di dispositivi capaci di aggirare agevolmente i sistemi di protezione digitali, specialmente in presenza di chiavi con tecnologia contactless.

Una tale evoluzione degli strumenti di offesa testimonia come i malviventi abbiano compreso le potenzialità di queste soluzioni high-end, convertendole in un’arma capace di far saltare i blocchi elettronici delle vetture in pochi istanti.

Impatto su settori strategici

Se la sottrazione di automobili turistiche disegna uno spaccato allarmante, ancor più preoccupante è l’aumento dei furti rivolti ai veicoli commerciali, balzati di un sorprendente 112% rispetto all’anno precedente. In particolare, i mezzi targati Iveco lamentano una vulnerabilità che genera effetti a catena per la logistica e l’intero comparto industriale.

Da un lato, le compagnie assicurative si trovano a gestire premi in crescita, mentre dall’altro emerge una sorta di “concorrenza sleale” nel mercato dei ricambi, alimentato da componenti sottratte e riciclate. Questi numeri rappresentano anche un duro colpo per i piccoli trasportatori, che vedono sfumare investimenti e commesse.

Verso una maggiore tutela

Lo scenario dipinto da questa espansione criminale mette chiaramente in luce la necessità di strategie di prevenzione sempre più sofisticate. La sicurezza infatti non è soltanto una questione di controlli stradali: occorre un vero coordinamento tra forze dell’ordine, costruttori di automobili e operatori assicurativi. L’ideale sarebbe favorire la diffusione di sistemi antifurto avanzati, capaci di contrastare i dispositivi elettronici illegali.

Al tempo stesso, riferimenti normativi più severi dovrebbero scoraggiare il commercio di parti di ricambio di dubbia provenienza. L’obiettivo principale rimane quello di ripristinare un clima di fiducia e protezione diffusa, affinché i proprietari di ogni veicolo possano davvero sentirsi al sicuro lungo le strade italiane.

Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.