Aumento benzina per la crisi in Iran: quanto costerà fare il pieno
Il conflitto Israele-Iran spinge verso l'alto il prezzo che aumenta ancora una volta: scopri quanto costerà fare il pieno.
Non appena il Medio Oriente si è trasformato in una polveriera, le ripercussioni sui mercati petroliferi non si sono fatte attendere. La recente escalation tra Israele e Iran ha innescato una vera e propria corsa al rialzo, con il Brent che ha fatto registrare un balzo del 10%, toccando quota 75 dollari al barile: una soglia che non si vedeva da mesi. Questo scossone ha messo subito in allarme chi si occupa di trasporti e logistica, ma soprattutto chi ogni giorno fa i conti con la benzina del distributore sotto casa.
La miccia delle tensioni geopolitiche si è accesa e il mercato non ha perso tempo: il prezzo del petrolio è schizzato verso l’alto, riflettendosi immediatamente sui listini della benzina. Le compagnie, in perfetto tempismo, hanno ritoccato i prezzi: Eni ha limato verso l’alto di un centesimo sia la benzina che il gasolio, mentre IP e Q8 hanno spinto il diesel due centesimi oltre la soglia precedente.
Risultato? Il prezzo medio nazionale in self-service si assesta a 1,707 euro/litro per la benzina e 1,605 euro/litro per il gasolio. Chi preferisce le pompe bianche risparmia qualche spicciolo, ma la differenza si sente soprattutto in modalità servito, dove la benzina sfiora 1,85 euro/litro e il diesel non è da meno. Non va dimenticato chi sceglie carburanti alternativi: il GPL si mantiene su 0,709 euro/litro, mentre il metano si ferma a 1,439 euro/kg.
Benzina e impatto economico: inflazione e margini per le compagnie
L’aumento dei prezzi petrolio non è una semplice nota di colore nei bollettini economici: rischia di innescare un effetto valanga sui costi di trasporto e logistica, mettendo sotto pressione famiglie e imprese.
Da un lato, le compagnie petrolifere possono approfittare di margini più ampi; dall’altro, la minaccia più concreta resta l’ombra dell’inflazione, pronta a mordere il potere d’acquisto e a mettere in difficoltà i bilanci familiari. In questo scenario, ogni aumento della benzina diventa un campanello d’allarme per le banche centrali, che potrebbero trovarsi costrette a rivedere le proprie strategie di politica monetaria.
La situazione resta sospesa, come un filo teso tra diplomazia e nuovi scontri. L’evoluzione delle relazioni tra Israele e Iran continua a essere un punto nevralgico non solo per la stabilità politica internazionale, ma anche per le prospettive economiche globali. Gli occhi degli operatori sono puntati sui mercati petroliferi, dove ogni notizia può trasformarsi in una nuova fiammata dei prezzi. In questo contesto, l’attenzione verso le tensioni geopolitiche e i loro effetti a catena rimane altissima, perché ogni movimento rischia di ripercuotersi direttamente sul costo della benzina e sul portafoglio di cittadini e imprese.
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