Auto elettriche in Cina: boom di vendite ma utili in caduta libera
Il mercato EV cinese supera le auto tradizionali entro il 2025. Crescita record, guerra dei prezzi e dazi UE influenzano il settore.
Il mercato cinese dei veicoli elettrici si trova oggi in una fase che potremmo definire senza mezzi termini “di profonda trasformazione e di sfide inedite”, sospeso tra la forza propulsiva di una crescita impressionante e le insidie di una concorrenza interna sempre più agguerrita. Non è un mistero: i numeri parlano chiaro e, a ben vedere, sono numeri che non lasciano spazio a interpretazioni.
Le vendite di veicoli elettrici in Cina sono previste in aumento del 20% nel 2025, con una stima che punta dritta ai 12 milioni di unità vendute, secondo le previsioni del Financial Times. Un balzo che lascia quasi senza fiato, soprattutto se si considera che solo due anni fa le vendite si attestavano a 5,9 milioni di veicoli. Ma, come spesso accade quando la corsa si fa frenetica, le ombre non tardano a manifestarsi: a fronte di una crescita così rapida, gli utili dei produttori segnano un crollo verticale, con una flessione del 47% che fa riflettere.
Vendite auto elettriche in crescita, ma la guerra dei prezzi preoccupa il settore
Ecco allora che si affaccia sulla scena la guerra dei prezzi sulle auto elettriche, una vera e propria battaglia all’ultimo ribasso che sta riscrivendo le regole del gioco nel settore automobilistico cinese. Il colosso BYD, per esempio, ha tagliato i listini dei suoi modelli plug-in dal 5% al 20% nel solo mese di febbraio 2024, innescando una reazione a catena che ha travolto l’intero comparto.
Una strategia che, almeno nell’immediato, si è rivelata un’arma a doppio taglio: le vendite di veicoli plug-in di BYD sono scese del 34% nel primo trimestre dell’anno, mentre l’utile netto ha subito una decisa battuta d’arresto. È il prezzo, verrebbe da dire, di una competizione che rischia di trasformarsi in una spirale senza uscita, dove il rischio di una redditività negativa per tutto il settore entro la fine del 2024 – come suggerisce Goldman Sachs – non è più un’ipotesi remota ma una concreta possibilità da tenere sotto osservazione.
Dazi UE e guerra dei prezzi: sfide globali per l’auto elettrica cinese
A complicare ulteriormente il quadro, si aggiungono le tensioni commerciali internazionali, che rischiano di diventare la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. L’Unione Europea ha infatti imposto dazi fino al 38% sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, una mossa che ha immediatamente innescato la reazione di Pechino e che potrebbe avere ripercussioni a cascata sull’intero comparto. Non si tratta solo di una questione di numeri o di equilibri di mercato: è la dimostrazione di come la dimensione geopolitica sia ormai parte integrante della partita, e chi opera nel settore deve saper leggere tra le righe per non farsi trovare impreparato.
Eppure, nonostante tutto, il mercato cinese veicoli elettrici continua a rappresentare un modello di riferimento a livello globale. La chiave di volta, in questo senso, è rappresentata dagli investimenti del governo cinese sulle auto elettriche, che tra il 2009 e il 2023 hanno raggiunto la cifra monstre di 231 miliardi di dollari. Una cifra che non è solo simbolica: parliamo di sussidi diretti, agevolazioni fiscali, finanziamenti per infrastrutture di ricarica e una serie di misure pensate per creare un ecosistema favorevole allo sviluppo della mobilità elettrica. Un impegno che ha permesso alla Cina di mantenere la propria leadership, nonostante le difficoltà e le incertezze di un contesto globale in continuo mutamento.
Il paradosso del boom delle auto elettriche
Ma, come spesso accade nei momenti di svolta, il vero punto di domanda riguarda il futuro. La guerra dei prezzi rischia di trasformarsi in un boomerang, se non verrà accompagnata da strategie industriali di lungo periodo e da una visione capace di guardare oltre l’orizzonte delle contingenze immediate. Allo stesso tempo, la risposta di Pechino ai dazi dell’Unione Europea sui veicoli elettrici – con il ricorso all’OMC e la minaccia di misure di ritorsione – suggerisce che il confronto con l’Occidente è destinato a protrarsi e a incidere sulle dinamiche del settore per molto tempo ancora.
In questo scenario, gli investimenti del governo cinese EV assumono un ruolo ancora più centrale: saranno proprio la capacità di innovare, la solidità delle infrastrutture e la rapidità nell’adattarsi ai cambiamenti a fare la differenza tra chi saprà cogliere le opportunità e chi rischierà di essere travolto dalle onde della trasformazione. Gli investitori, dal canto loro, dovranno mantenere uno sguardo attento e disincantato, pronti a cogliere i segnali di un mercato che, pur tra mille incertezze, continua a offrire spunti di riflessione e opportunità di crescita.
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