Banco Bpm contro Consob: “Faremo tutto il possibile per opporci”
Banco BPM critica Consob per la sospensione dell'Ops di UniCredit, evidenziando danni a interessi degli azionisti e mercato finanziario.
La decisione di Consob di sospendere l’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da UniCredit ha scatenato una reazione veemente da parte di Banco BPM, che ha definito il provvedimento “un atto abnorme e in netto contrasto con le prassi consolidate dell’autorità” e comunica: “Faremo tutto il possibile per opporci“. La banca ha immediatamente annunciato l’intenzione di intraprendere “ogni opportuna iniziativa presso le sedi competenti”, sottolineando come la scelta dell’ente regolatore non tenga conto degli interessi di azionisti, mercato e istituzione.
Al centro della controversia si trova l’applicazione del Decreto Golden Power, uno strumento cruciale per la tutela dei settori strategici dell’economia italiana. Secondo Banco BPM, la sospensione dell’operazione sarebbe giustificabile esclusivamente in presenza di “fatti nuovi o non resi noti in precedenza”. Tuttavia, la banca sostiene che tali circostanze non si siano verificate, dato che UniCredit aveva già previsto, tra le condizioni dell’offerta, l’eventualità di prescrizioni governative.
Banco Bpm vs Consob: cosa sta succedendo
Particolarmente rilevante è la questione legata alla comunicazione di UniCredit alla Presidenza del Consiglio. L’istituto avrebbe dichiarato l’impossibilità di rispettare le prescrizioni del Decreto, una notizia mai divulgata al mercato. Per Banco BPM, questa mancata trasparenza dovrebbe comportare la decadenza automatica dell’Ops, rendendo così incomprensibile la decisione di Consob di sospendere l’operazione invece di dichiararla decaduta.
Non meno controversa è stata l’estensione di 30 giorni del periodo di adesione all’offerta, già fissato al massimo consentito dalla normativa. Tale prolungamento aggrava le limitazioni operative derivanti dalla cosiddetta “passivity rule”, in vigore dal novembre scorso, causando danni significativi a tutti gli stakeholder coinvolti. Banco BPM non ha esitato a definire questa decisione come un ulteriore elemento di criticità che mina la stabilità del mercato.
La vicenda, che coinvolge direttamente Banco BPM, UniCredit e Consob, si configura come un nodo cruciale per il sistema finanziario italiano. Le implicazioni non si limitano alle due banche, ma si estendono a tutto il settore, che osserva con attenzione l’evolversi dello scontro istituzionale. In gioco vi è non solo la trasparenza del mercato, ma anche la fiducia degli investitori e la credibilità delle autorità regolatrici.
I possibili sviluppi
Con il Decreto Golden Power a fare da sfondo, questa situazione evidenzia le complessità e le tensioni che emergono quando gli interessi strategici dello Stato si intrecciano con le dinamiche di mercato. Il caso rappresenta un banco di prova per la capacità delle istituzioni di bilanciare la protezione dei settori strategici con le esigenze di trasparenza e correttezza del mercato finanziario.
Non resta che attendere i prossimi sviluppi, che potrebbero avere ripercussioni di ampia portata. La decisione finale di Consob, le eventuali mosse di UniCredit e Banco BPM e il ruolo del governo italiano saranno determinanti nel definire l’esito di questa intricata vicenda. Per ora, il settore finanziario italiano resta in allerta, consapevole che le conseguenze di questa disputa potrebbero estendersi ben oltre i confini delle due banche coinvolte.
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