News Finanza Indici e quotazioni Volatilità regina a Piazza Affari: Ftse Mib recupera con mossa Fed, +11% per Tim

Volatilità regina a Piazza Affari: Ftse Mib recupera con mossa Fed, +11% per Tim

17 Marzo 2020 18:04

Una giornata all’insegna della volatilità per Piazza Affari che riesce a chiudere in rialzo di oltre il 2% grazie al nuovo intervento della Federal Reserve (Fed), che torna in campo per contrastare l’effetto coronavirus. L’istituto guidato da Jerome Powell ha lanciato la Commercial Paper Funding Facility, una linea di credito speciale per garantire un più facile accesso al credito a imprese e famiglie. La misura, che sarà attiva per un anno (fino al 17 marzo 2021) ha l’obiettivo di migliorare la liquidità all’interno del sistema finanziario. Questo strumento era stato già utilizzato dalla Fed nella crisi del 2008.

Una mossa che ha messo in moto nel pomeriggio i rialzi di Wall Street che si è trascinata con sé le deboli Borse europee. Così è accaduto anche per il Ftse Mib che ha vissuto una seduta dai più volti: dopo il rimbalzo iniziale di oltre il 5% in avvio, l’indice Ftse Mib è scivolato in territorio negativo, allungando il passo in maniera decisa sul finale e chiudendo a 15.314,77 punti (+2,23%).

Tra i singoli titoli Telecom Italia è stata la protagonista di giornata, con un rialzo di oltre l’11% a 0,3269 euro dopo il crollo di ieri che l’ha portata a toccare i nuovi minimi storici sotto la soglia dei 30 centesimi. La seduta è stata caratterizzata da una intonazione positiva per l’intero comparto delle telecomunicazioni in Europa sull’onda dei positivi conti per il 2019 di Iliad. Per la francese il 2019 è stato archiviato con un utile di 1,73 miliardi di euro rispetto ai 330 milioni registrati nel 2018, mentre il fatturato è salito dello 0,9%, attestandosi a 5,33 miliardi.

Bene anche il comparto bancario, in particolar modo Banco Bpm e Ubi Banca salite rispettivamente di quasi il 7% e del 4,81 per cento. Intesa Sanpaolo, che ha registrato un +3,46% in chiusura, ha fatto sapere nel pomeriggio che mette a disposizione delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni 15 miliardi di euro attraverso misure straordinarie dedicate, per fronteggiare l’emergenza coronavirus. E per il fronte bancario è arrivato il consueto rapporto mensile dell’Abi che mette in evidenza come a gennaio le sofferenze nette siano scese, arrivando a quota 25,9 miliardi di euro contro i 33,6 miliardi di gennaio 2019. Una flessione sostenuta rispetto ai 59,4 miliardi di gennaio 2018 (-33,6 miliardi pari a – 56,5%). Ma soprattutto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di circa 63 miliardi (pari a -70,9%).

Nelle retrovie Fca che riesce tuttavia ad arginare le perdite registrate nel corso della giornata (-4,24% a 6,865 euro). L’emergenza Covid-19 continua a tenere in allerta il titolo del gruppo automobilistico che è tornato sotto la soglia dei 7 euro. Le quotazioni sono quindi più che dimezzate rispetto ai massimi del novembre 2019 quando il titolo si era spinto fino a 14,78 euro a seguito dell’annuncio delle negoziazioni per una fusione alla pari con il gruppo PSA. Ma proprio un possibile slittamento dei tempi per la fusione preoccupa il mercato.

Da segnalare che la Consob ha annunciato per oggi il divieto giornaliero di vendita allo scoperto su 20 titoli azionari: Azimut Holding, Telecom Italia, Unicredit, Exor, Fca, Banca Generali, Leonardo, Ubi Banca, Mediobanca, Fiera Milano, Sanlorenzo, Banca Mediolanum, DoValue, Cerved Group, Ovs, Maire Tecnimont, Marr, Autogrill, Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps), e Astm.