News Notiziario Notizie Italia Risk-on sull’Italia, ma ancora nessun allarme (Axa IM)

Risk-on sull’Italia, ma ancora nessun allarme (Axa IM)

Pubblicato 5 Febbraio 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 14:29

Se il mese di gennaio è stato fra i migliori degli ultimi anni, altrettanto non si può dire di questo primo scorcio di febbraio. Nelle prime 3 sedute di questo mese, infatti, l’indice FTSE Mib ha perso il 3% circa perdendo di vista i recenti massimi a 3 anni recentemente conquistati. Si può parlare di uno scenario di risk-on?

Secondo Alessandro Tentori, Cio Axa Investment Managers Italia, è ancora presto per dichiarare defunta la fase rialzista dei mercati. “A scanso di equivoci, io non mi aspetto che il MIB si faccia il 7% ogni mese – ha scritto Tentori in una nota-. Ciononostante, la view espressa nei nostri portafogli è una view positiva sulle tutte le classi di attivo Italiane. I dati ci indicano che gli investitori internazionali sono ancora sottopesati sul rischio Italia”.

Alla base della convinzione di Tentori vi è la piena fiducia nello scenario macroeconomico del Belpaese. “Siamo in una fase che si può definire di goldilocks per il Belpaese. Da un lato la crescita globale sincronizzata aiuta la congiuntura interna attraverso i canali delle esportazioni e della fiducia delle imprese. Dall’altro, i rischi inerenti ai bilanci delle banche stanno diminuendo a vista d’occhio come evidenziato dall’inversione di tendenza delle sofferenze. Anche il tema delle elezioni politiche sembra destare poche preoccupazioni, in particolare all’estero”.

A tal proposito, la data designata per le elezioni politiche si avvicina inesorabilmente ma Tentori ci ricorda che un “outcome neutrale – grande coalizione piuttosto che un Gentiloni bis – sarebbe uno scenario molto positivo per i mercati. Il governo Italiano può contare su crescita economica, inflazione timidamente in aumento e un possibile miglioramento dei parametri fiscali”.

Tentori nota inoltre un interesse crescente per i BTP da parte di portafogli non-residenti, in prevalenza anglosassoni. “In assenza di scossoni politici e altri rischi non quantificabili, è lecito pensare che sia l’azionario come anche l’obbligazionario Italiano possano esprimere una sovraperformance relativa agli indici Europei nel prosieguo di 2018”.