News Breaking news Piazza Affari chiude a -0,3% con spread in rialzo

Piazza Affari chiude a -0,3% con spread in rialzo

10 Giugno 2024 17:37

Avvio di settimana negativo per le borse europee, dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento UE. A Piazza Affari, il Ftse Mib chiude in calo dello 0,3% a 34.542 punti. Debole il lusso, con vendite su Brunello Cucinelli (-2,5%) e Moncler (-1,9%), ma arretrano anche Telecom Italia (-2,6%) e Nexi (-2,55%). In controtendenza Hera (+1,4%), Iveco (+1,3%) e Leonardo (+1%).

L’esito delle urne ha mostrato uno spostamento verso destra a scapito di liberali e verdi. In Francia, il presidente Macron ha indetto il voto anticipato dopo la vittoria di Le Pen e in Germania i socialdemocratici del cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno subito una disfatta record.

Al di là della politica in Europa, il focus è già proiettato sulla riunione della Fed di mercoledì, dopo il solido job report di venerdì che ha affievolito le speranze di tagli dei tassi a settembre. Sempre mercoledì verrà pubblicato anche il dato sull’inflazione statunitense, prevista stabile al 3,4%, con un indice core in rallentamento al 3,5%. Attenzione anche ai dati di domani sul mercato del lavoro britannico e al meeting della Bank of Japan di venerdì.

In Italia, la produzione industriale ha riportato una contrazione inattesa ad aprile (-1% su base mensile).

Sull’obbligazionario risalgono i rendimenti dei titoli di Stato, soprattutto in Italia e in Francia. Lo spread Btp-Bund si amplia di circa 7 bp a 140 bp, con il decennale italiano al 4,08% e quello tedesco sostanzialmente stabile al 2,68%.

Tra le materie prime, petrolio in rimonta con il Brent a ridosso degli 81 dollari al barile, dopo il calo dell’ultima settimana in scia alla decisione dell’Opec+ di ripristinare parte dell’offerta. Oro poco mosso in area 2.300 dollari l’oncia.

Sul Forex, l’euro/dollaro si attesta a 1,074 con la moneta unica scesa ai minimi da un mese rispetto al biglietto verde in scia all’esito delle urne. Dollaro/yen a quota 156,9 in vista di una possibile riduzione degli acquisti di bond da parte della BoJ.