Finanza Stipendio troppo basso: è il motivo principale per cambiare lavoro

Stipendio troppo basso: è il motivo principale per cambiare lavoro

22 Maggio 2024 14:33

La qualità della vita è uno degli aspetti principali che fanno diventare attrattivo un lavoro per molte persone. Quando devono scegliere un’azienda per un nuovo impiego, gli italiani mettono al primo posto l’equilibrio tra la vita e il lavoro. Subito dopo arrivano un ambiente lavorativo piacevole e un buon stipendio. A fronte di un’inflazione che avanza e che continua a pesare sulle tasche delle famiglie, uno stipendio insufficiente è il motivo principale per il quale un lavoratore decide di cambiare azienda.

Questi sono alcuni dei risultati che emergono dal Randstad Employer Brand Research, dal quale, tra l’altro, è emerso che Ferrari è il datore di lavoro ideale per la maggior parte degli italiani. L’indagine è stata realizzata effettuando delle interviste a quasi 7.000 lavoratori in Italia con un’età compresa tra i 18 e i 64 anni: è stata chiesta l’attrattività di 150 potenziali datori di lavoro. La ricerca è stata svolta contemporaneamente in 32 diversi Paesi del mondo.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa cercano i lavoratori in un impiego.

Alla ricerca del lavoro ideale

Quali sono le caratteristiche di un lavoro ideale? Gli italiani guardano alla qualità della vita prima dei soldi. Tra i fattori che incidono nella scelta di un’azienda, quando si è alla ricerca di un impiego, in Italia viene messo al primo posto l’equilibrio vita-lavoro. Seguono un ambiente lavorativo piacevole e un buon stipendio.

A ogni modo un importante elemento che influisce nelle scelte è l’inflazione che avanza: una retribuzione che non sia al passo con il costo della vita è il motivo principale che porta a lasciare il datore di lavoro. Almeno la metà dei dipendenti – stiamo parlando di una percentuale pari al 47% – nel corso degli ultimi due anni non ha ricevuto degli aumenti adeguati a compensare l’aumento del costo della vita. Fattore che fa scattare la volontà di lasciare l’azienda: un lavoratore su tre è alla ricerca di un lavoro: il 12% lo ha fatto nel corso degli ultimi sei mesi, il 24% lo farà nel corso dei prossimi sei.

La ricerca, inoltre, ha focalizzato la propria attenzione anche sull’intelligenza artificiale: il 33% degli italiani sta utilizzando più o meno regolarmente degli strumenti di intelligenza artificiale nel contesto lavorativo. Oltre il 50%, invece, ritiene che questa nuova tecnologia impatterà in maniera decisa sul mondo del lavoro nel corso dei prossimi cinque anni, con un impatto prevalentemente positivo.

A preoccupare i lavoratori, inoltre, sono le azioni per l’equità, che sono in ritardo. Al di là delle varie dichiarazioni di intenti, in realtà solo la metà dei datori di lavoro si impegna realmente a valorizzare la diversità, garantisce una parità salariale e, soprattutto, offre a tutti le stesse opportunità di carriera o di riqualificazione.

Secondo la nostra indagine, gli italiani oggi ricercano in un nuovo lavoro soprattutto benessere e conciliazione con la vita personale, anche se l’aspetto economico è tutt’altro che secondario in un contesto di forte inflazione – spiega Marco Ceresa, Group CEO di Randstad -. È molto importante analizzare questi risultati in un momento di grande cambiamento, che investe soprattutto le aspettative dei lavoratori. Emergono ampie divergenze di percezione tra donne e uomini e tra generazioni, a dimostrazione delle diverse dinamiche in evoluzione nelle organizzazioni, che i datori di lavoro devono analizzare con attenzione per adattare strategie di reclutamento, fidelizzazione e sviluppo dei talenti.

Ferrari, l’azienda più attrattiva

A vincere il Randstad Employer Brand 2024 è stata la Ferrari, che ha raccolto il 71,32% delle preferenze dei lavoratori e la migliore performance legata ad alcuni fattori come:

  • la solidità finanziaria;
  • la reputazione;
  • la sicurezza del lavoro a lungo termine.

Siamo felici di ricevere questo premio, che riconosce Ferrari come l’azienda più ambita dai lavoratori italiani – Michele Antoniazzi, Chief Human Resources Officer di Ferrari -. È la conferma di un impegno costante per le nostre persone, nonché della nostra comprensione delle loro aspirazioni e aspettative. Continueremo a valorizzare la diversità e l’uguaglianza di genere non solo in termini salariali, ma anche garantendo a tutti i nostri dipendenti le stesse opportunità di crescita professionale basandosi esclusivamente sul merito. Il riconoscimento di Randstad ci motiva a proseguire i nostri sforzi per un ambiente di lavoro inclusivo e gratificante per tutti.

Cosa cercano i lavoratori

Ma torniamo al cuore della Research. Come abbiamo visto, i potenziali dipendenti, nella ricerca di un lavoro mettono al primo posto l’equilibrio tra lavoro e vita privata, almeno nel 62% dei casi. Seguono:

  • un’atmosfera di lavoro piacevole (60%);
  • retribuzioni e benefit interessanti (57%);
  • sicurezza del lavoro (51%);
  • avanzamento di carriera (49%).

I datori di lavoro attuali, a ogni modo, non si identificano con il profilo ideale. Andando a guardare le caratteristiche offerte dall’azienda nella quale stanno lavorando in questo momento, viene messa in evidenza un’ampia disparità tra quanto si ha e quanto si vorrebbe come retribuzione e progressione di carriera. Tra i settori più attrattivi si segnalano:

  • i media per il 62% degli italiani;
  • l’automotive per il 60%;
  • l’industria aeronautica per il 58%.

Seguono i farmaceutici, l’elettronica, le spedizioni e ICT.

I motivi per i quali si lascia l’azienda

Rispetto a un anno fa rimane immutata la propensione a cambiare lavoro. Il 12% degli italiani lo ha fatto nel corso degli ultimi sei mesi, mentre il 24% intende farlo a breve.

A voler cambiare un impiego sono principalmente i lavoratori che appartengono alla Gen Z e i Millennials. Il motivo principale che porta a cambiare lavoro è una retribuzione insufficiente rispetto al costo della vita (almeno nel 41% dei casi, soprattutto per le donne). Seguono:

  • il miglioramento dell’equilibrio vita-lavoro: 36%;
  • la mancanza di opportunità di crescita: 29%.

Di fronte all’aumento del costo della vita negli ultimi due anni, quasi metà (45%) degli italiani dichiara di non aver ricevuto alcun supporto dal proprio datore di lavoro e questi sono stati più propensi a lasciare il lavoro rispetto a chi ha ricevuto qualcosa – si legge nella ricerca -. Il 18% ha ricevuto un aumento che ha compensato parzialmente l’inflazione, il 16% una somma una tantum, solo l’8% ha ottenuto un aumento che ha coperto completamente i costi crescenti.

Come si cerca lavoro

Uno dei canali principali attraverso i quali si cerca lavoro è Linkedin, che viene scelto dal 50% dei lavoratori. Seguono:

  • Infojobs: 37%;
  • agenzie per il lavoro: 36%;
  • portali specializzati: 30%;
  • social media: 29%.

Andando ad analizzare nello specifico i social network si notano le seguenti percentuali:

  • Instagram: 58%;
  • Facebook: 54%;
  • Tik Tok: 35%;
  • Telegram: 31%;
  • Twitch: 23%.