Finanza Reddito di cittadinanza, Meloni ha fatto un pasticcio

Reddito di cittadinanza, Meloni ha fatto un pasticcio

28 Febbraio 2023 10:38

Il governo Meloni ha combinato un vero e proprio pasticcio con il reddito di cittadinanza? Forse sì.

Ricordiamo che il nuovo esecutivo ha deciso di mandare in pensione il sussidio fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle dal prossimo 1° gennaio 2014:

purtroppo, però, con la Legge di Bilancio sono state abrogate anche quelle norme che servivano a definire il reato di appropriazione indebita del reddito di cittadinanza. Cassate anche tutte le pene del caso. In gergo si dice: abolitio criminis.

Un vero e proprio colpo di spugna, per colpa del quale – o grazia al quale, dipende dai punti di vista – non sarà possibile punire i furbetti del reddito di cittadinanza, poco importa che siano del passato o del presente.

A questo punto il nuovo governo dovrà provvedere a predisporre un decreto con la massima urgenza, attraverso il quale tentare di risolvere la faccenda.

Reddito di cittadinanza: cosa è successo

Cerchiamo di capire cosa sia successo e cosa accadrà, ora come ora.

Il 1° gennaio 2024 il reddito di cittadinanza diventerà solo e soltanto un vecchio ricordo.

La misura varata dal trio Conte-Di Maio-Salvini nella primavera del 2019, chiuderà definitivamente i battenti.

I nuclei familiari, al cui interno ci siano dei minorenni disabili o persone con più di sessant’anni, hanno diritto a ricevere dodici mensilità nel 2023. Gli occupabili, invece, ne riceveranno solo e soltanto sette.

Dal 2024 un nuovo sussidio andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, ma, al momento, non ne sono ancora stati comunicati i dettagli.

Un piccolo problema, però, si è annidato nei dettagli. La strategia, che il neo Governo ha messo in atto, di fatto, andrebbe a salvare i cosiddetti furbetti, quanti hanno incassato migliaia di euro senza averne diritto.

Ma anche quanti sono stati condannati per questo reato da una sentenza diventata definitiva. Quello che abbiamo davanti è un vero e proprio colpo di spugna.

Il Partito Democratico ha già provveduto a presentare un’interpellanza, che porta la firma di almeno undici deputati e a cui si è anche aggiunto Carlo Nordio, Ministro della Giustizia.

Ma cosa è successo, in estrema sintesi.

Molto semplicemente attraverso la Legge di Bilancio sono state abrogate le norme che regolamentano il reddito di cittadinanza.

Sono stati fatti sparire i primi tredici articoli del Decreto Legge n. 4 del 2019.

Tra questi c’è anche l’articolo 7, il cui merito è quello di definire il reato di indebita appropriazione del reddito di cittadinanza, con tutte le pene del caso. questo articolo prevede che le persone che, per riuscire ad ottenere il reddito di cittadinanza, presentano delle dichiarazioni o dei documenti falsi, possono essere condannate da due a sei anni.

Le persone, che non segnalano aumenti di redditi o patrimoni, rischiano il carcere da uno a tre anni. Sempre l’articolo 7 provvede a stabilire l’obbligo della restituzione delle somme, che sono state percepite indebitamente.

Il Partito Democratico – supportato in questa interpretazione da alcuni giuristi – ritiene che l’abolizione del reddito di cittadinanza crei la cosiddetta abolitio criminis.

Nel caso in cui una legge successiva provvede ad abrogare un reato che dalla legge precedente era considerato come tale, si applica il principio del favor rei.

In altre parole viene tutto abrogato: i reati di indebita appropriazione spariscono nel nulla. È come se non fossero mai esistiti.

Le persone che hanno truffato lo Stato, a questo punto, la possono passare liscia: le eventuali condanne vanno revocate.

Chi è stato condannato ha la possibilità di chiedere la revoca della sentenza, anche se è definitiva. Stessa cosa potrà farlo chi viene condannato nel 2023. Siamo davanti, a tutti gli effetti, ad una vera e propria leggerezza.