Finanza RC Auto giù e benzina su. A chi conviene?

RC Auto giù e benzina su. A chi conviene?

20 Aprile 2023 12:53

RC Auto, via imposta provinciale. Ma benzina più alta?

Tra le ipotesi avanzate in Commissione Finanze della Camera per alleggerire il costo dell’Rc Auto, vi è anche quella di eliminare l’imposta provinciale che grava proprio sull’assicurazione dell’auto.

Questo obolo varia da un minimo del 12,5% ad un massimo del 16% del premio base.

L’imposta non verrebbe cassata completamente, ma diventerebbe un’accisa sul carburante.

Che cosa cambierebbe, per gli automobilisti, se l’imposta provinciale venisse tolta dall’Rc Auto?

Nel tentativo di dare una risposta a questa domanda, Facile.it ha effettuato alcune simulazioni, scoprendo gli automobilisti potrebbero riuscire a beneficiare di alcuni minimi risparmi, che si aggirano tra i 26 ed i 33 euro l’anno.

Purtroppo, però, le persone costrette a fare molti chilometri nel corso dell’anno o chi è in possesso di mezzi con consumi elevati dovranno mettere in conto alcuni rincari non trascurabili.

Ma vediamo cosa potrebbe accadere.

Come cambierà Rc Auto

L’imposta provinciale sull’Rc Auto grava sul premio base con una percentuale che varia tra il 12,5% ed il 16%.

Stando ai calcoli effettuati dall’Osservatorio di Facile.it, nel corso del mese di marzo per assicurare un veicolo a quattro ruote occorrevano, mediamente, 526 euro.

Togliendo a questo importo l’imposta provinciale del 16% – questa è l’aliquota più diffusa in Italia – il costo scenderebbe a 459 euro: l’automobilista, in questo caso, risparmierebbe 67 euro.

A questo punto porsi una domanda è lecita: a fronte di questo risparmio sull’RC Auto, di quanto aumenta il prezzo del carburante?

Nel corso del 2021, secondo gli ultimi dati disponibili, il gettito fiscale, che viene garantito direttamente dall’imposta provinciale sull’Rc Auto, risulta essere pari a 2 miliardi di euro.

Volendo mantenere lo stesso gettito fiscale introducendo una nuova accisa sul carburante, sarebbe necessario far pagare il pieno 0,05 euro al litro in più alla pompa.

Questo importo è stato calcolato tenendo conto che nel corso del 2022, tra benzina e diesel destinati ai veicoli, in Italia sono stati consumati qualcosa come 39 miliardi di litri di carburante.

Che cosa significa tutto questo per i consumatori?

Prendendo in considerazione i prezzi medi alla pompa rilevati nel corso della settimana del 10 aprile 2023, l’aumento del costo del carburante sarebbe pari al 3,5%.

La benzina passerebbe da circa 1,88 a 1,94 euro al litro, mentre il diesel passerebbe da 1,77 a 1,83 euro al litro.

Chi ci guadagna e chi ci perde

Nel caso in cui l’imposta provinciale venisse tolta dall’Rc auto ed inserita direttamente nei carburanti come accisa i benefici fiscali ci sarebbero, ma non per tutti.

A condizionare la convenienza o meno sono i chilometri percorsi da ogni singolo automobilista e il consumo del veicolo guidato.

Prendendo in considerazione un’auto di classe media ed una percorrenza di circa 10.000 chilometri ogni anno, il consumatore spenderebbe 40 euro in più.

Il saldo finale sarebbe comunque positivo, perché risparmierebbe 27 euro, che diventano 33 se l’auto è diesel.

Man mano che aumentano i chilometri percorsi, però, si riducono i benefici economici.

Con un’auto a benzina, nel momento in cui si percorrono 16.500 chilometri l’anno, prendendo sempre in considerazione un’auto a benzina di classe media, non ci sarebbe alcun vantaggio economico.

Superata questa soglia, il saldo diventerebbe negativo.

Quando si arriva a percorrere 20.000 chilometri, l’automobilista arriverebbe a pagare 14 euro in più.

Di contro, meno si usa l’auto, maggiore sarà il beneficio finale: per chi percorre 5.000 chilometri l’anno, ad esempio, il risparmio netto sarebbe pari a circa 46 euro.

La proposta porterebbe ad alcuni benefici, alleggerendo il costo pagato al momento del rinnovo dell’assicurazione e ridistribuendo il carico dell’imposta provinciale anche su coloro che guidano senza copertura assicurativa o usano un veicolo con targa straniera. Di contro, rischia di gravare maggiormente su quelle categorie di guidatori che percorrono molti chilometri l’anno e pertanto potrebbero pagare di più rispetto all’attuale sistema – spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it –. Un’ulteriore riflessione andrebbe fatta in merito alla sostenibilità di questo sistema nel lungo periodo; con il diminuire dei veicoli a benzina e diesel in circolazione si ridurrebbe il parco auto soggetto a extra accisa e di conseguenza potrebbe calare il gettito raccolto.