Finanza Quali sono le banche più sicure in cui aprire un conto corrente

Quali sono le banche più sicure in cui aprire un conto corrente

8 Giugno 2023 13:28

Crisi banche e banche italiane: quali quelle più affidabili?

Banche italiane: quali sono quelle più sicure dove aprire un conto corrente? Quali banche possono essere considerate, in sostanza,  affidabili?

Dove è possibile aprire un conto corrente senza temere nulla?

Nel suo complesso il sistema bancario globale è reduce da una fase particolarmente delicata.

Non è passato troppo tempo, infatti, dal dramma SVB (Silicon Valley Bank), che ha riportato sui mercati finanziari globali la paura di un crac simile a quello che mise la parola fine a Lehman Brothers.

Oltre al crac di SVB, a saltare in aria è stata a marzo di quest’anno anche Signature Bank.

Il dramma si è poi intensificato con la crisi, in Europa, per la precisione in Svizzera, di Credit Suisse (e dei suoi bond AT1 azzerati), inglobata poi dalla rivale di casa UBS.

Dopo una pausa di qualche settimana, la crisi delle banche è tornata a far parlare di sé con il fallimento di un’altra banca regionale americana: First Republic, finita nelle mani di JP Morgan.

Alta è stata, in tutti questi mesi, l’attenzione rivolta alla carrellata di notizie arrivate dal mondo bancario, in particolare di Europa e Stati Uniti.

In Italia, il tema fuga depositi ha portato diversi correntisti a chiedersi quali fossero le banche più sicure dove aprire un conto corrente.

Banche italiane: la situazione

Fin dagli albori dell’ultima crisi finanziaria che ha scosso il mondo intero, il ministro dell’Economie e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha rassicurato i risparmiatori circa la situazione delle banche italiane, per le quali non ci sarebbero segnali di preoccupazione.

La domanda, però, è sorta spontanea: le banche italiane sono sicure? Dove è possibile aprire un conto corrente senza alcun timore?

Partiamo da una rassicurazione obiettiva: le banche italiane – lo stesso discorso vale per tutte le altre dell’area euro – sono obbligate a sottostare ad alcuni criteri di solidità.

La Banca Centrale Europea, periodicamente, sottopone gli istituti di credito a veri e propri stress test: si tratta di simulazioni per verificare il loro grado di affidabilità.

Le banche italiane hanno dimostrato di avere alti valori di resilienza, nel caso in cui dovessero avvenire eventi critici.

L’ultima verifica è avvenuta nel corso del mese di febbraio 2023.

Va detto, anche, che in Italia i risparmiatori possono accedere ad un ulteriore protezione: il FITD – acronimo di Fondo Interbancario di tutela dei depositi – il cui scopo è quello di proteggere i depositi dei correntisti fino a 100.000 euro.

In estrema sintesi, questo vuol dire che, in caso di fallimento di una banca, i risparmi vengono rimborsati fino a 100.000 euro.

Nel caso in cui un risparmiatore dovesse avere più di 100.000 euro, potrebbe rischiare di perdere tutto il risparmio eccedente quell’importo.

In questo caso, il diretto interessato può optare per diversificare i propri depositi, distribuendoli tra varie banche con importi inferiori a 100.000 euro: in questo caso i risparmi sarebbero protetti.

Gli istituti di credito più affidabili

Dalle premesse che abbiamo effettuato, sembra che non sussistano particolari motivi di preoccupazione.

Ma quali sono le banche italiane più sicure?

Per dare una risposta a questa domanda utilizziamo la classifica dei dieci istituti di credito più affidabili, stilata dalla Banca Centrale Europea, che ha provveduto ad aggiornarla proprio nel mese di febbraio 2023:

le più sicure sono Credem, Mediolanum e Mediobanca.

Queste tre banche sono seguite da:

  • Intesa Sanpaolo;
  • Finecobank;
  • Unicredit;
  • Cassa Centrale;
  • BPER;
  • Popolare di Sondrio;
  • Monte dei Paschi di Siena;
  • Iccrea Banca – Banche di Credito Cooperativo.

Come è stata redatta la classifica delle banche affidabili

La classifica delle banche italiane più sicure redatta dalla Bce si basa su il cosiddetto P2R, il cossiddeto requisito di secondo pilastro (Pillar 2), ossia quello patrimoniale, che è specifico per ogni banca.

Il Pillar 2 si applica al requisito patrimoniale minimo, “di primo pilastro”, quando questo sottostima o non copre alcuni rischi.

È importante sottolineare che il P2R risulta essere giuridicamente vincolante: nel caso in cui non dovessero rispettare i suoi parametri, le banche potrebbero essere soggette a misure di vigilanza, tra le quali ci possono anche essere delle sanzioni.

Altro importante parametro è il coefficiente CET1 (o Common Equity Tier 1), indicatore chiave della solidità patrimoniale di una banca e della sua capacità di assorbire le perdite, espresso in percentuale: più tale percentuale è alta, più la banca è in buona salute.