Finanza Ipotesi nozze Stellantis-Renault: quali sono gli ostacoli

Ipotesi nozze Stellantis-Renault: quali sono gli ostacoli

6 Febbraio 2024 12:20

Il mondo dell’auto e non solo continua a tenere gli occhi puntati sull’ipotesi di un matrimonio tra Stellantis e Renault. Alle indiscrezioni di un possibile matrimonio tra le due big europee dell’automotive, che sono iniziate a circolare nel fine settimana,  sono seguite le smentite ufficiali del presidente di Stellantis, John Elkann,  che ha messo a tacere le voci sulle nozze. Elkann ha sottolineato il fatto che non esiste alcun piano allo studio che abbia come oggetto la fusione del gruppo italo-francese con altri costruttori.

Le voci di un possibile matrimonio tra Renault e Stellantis hanno tenuto banco per tutto il week end, ma non sono state confermate ufficialmente in alcun modo:

La società – spiega Elkann – è concentrata sull’esecuzione del piano strategico Dare forward e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l’attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia. Stellantis è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme la transizione elettrica.

Matrimonio Renault-Stellantis: una suggestiva ipotesi

Il matrimonio tra Renault e Stellantis è poco più di un’ipotesi. Suggestiva, affascinante, ma per il momento sul tavolo non c’è proprio nulla. La secca smentita che arriva da John Elkann è servita a fare chiarezza, almeno dal punto di vista ufficiale. L’idea di un matrimonio tra i due gruppi automobilistici, però, continua a tenere banco.

In ballo, in questo caso, c’è sicuramente uno dei punti chiave che sono alla base della storia dell’automotive mondiale che può essere racchiuso nel detto “l’unione fa la forza”. E se questa non arriva da una fusione – che al momento non appare la prima strada percorribile – può arrivare da una stretta collaborazione. Una strada che può diventare necessaria se si vuole affrontare la sfida dell’auto elettrica.

I gruppi automobilistici europei hanno la necessità di abbattere i costi: per farlo potrebbe essere utile una nuova fase di consolidamento. Se non arriva attraverso la fusione, si può centrare lo stesso obiettivo con delle alleanze che possano portare alla condivisione dei componenti e ridurre i costi delle tecnologie – che vanno dalle batterie al software – e delle piattaforme.

L’importanza degli accordi tattici

Più che parlare di una fusione tra Renault e Stellantis sarebbe più corretto parlare di alleanze industriali, il cui scopo è quello di condividere la tecnologia. Ed è proprio su questo punto che si muovono le voci più insistenti circa l’avvicinamento dei due gruppi automobilistici, che hanno la necessità di arginare il più possibile l’avanzata cinese.

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, nel corso degli ultimi giorni ha sottolineato come l’industria automobilistica debba necessariamente affrontare una nuova fase di consolidamento: lo scenario è cambiato. La produzione di battery electric vehicle in modo competitivo richiede degli ingenti sforzi economici. L’unica strada da seguire, a questo punto, sono gli accordi industriali e tecnologici. O le fusioni, sempre più difficili.

Perché la fusione al momento sembra improbabile

Come detto, sull’ipotetica fusione tra Renault e Stellantis è arrivata la secca smentita da parte di John Elkann. E questo, in un certo senso, potrebbe essere sufficiente per allontanare, almeno per il momento, un progetto del genere.

Ma altri sono i motivi che relegano ad una mera ipotesi la fusione tra le due realtà. Come sottolineavano ieri gli analisti di Equita, l’inclusione di Renault nel perimetro di Stellantis avrebbe anche “degli evidenti ostacoli di antitrust, non tanto a livello europeo in quanto la quota di mercato combinata salirebbe intorno al 26% simile a quella di Volkswagen, quanto nei singoli paesi come in Francia dove la quota sarebbe del 41% e in Italia dove sarebbe del 45%”; ma anche “dei problemi di carattere sociale per le duplicazioni di impianti in Francia“.

Più nel dettaglio, a rendere complicato un possibile matrimonio sono le sovrapposizioni dei quindici brand Stellantis con i tre marchi Renault (compreso Alpine). Complessivamente il gruppo che nascerebbe dalla fusione sarebbe proprietario di 18 brand, con delle sovrapposizioni tra modelli e fabbriche.

Già oggi Stellantis con i suoi quindici marchi cerca di gestire le sovrapposizioni su base geografica. Nella sua galassia solo Jeep ha una copertura globale. Marchi come Peugeot, ad esempio, non escono dai confini dell’area Emea. La differenziazione di brand e modelli ha un costo enorme e, comunque vada, è difficile distinguere il target dei potenziali clienti di vetture come Peugeot 208, Opel Corsa o Lancia Ypsilon.

Solo per fare un paragone Toyota ha quattro marchi (oltre a quello principale ci sono Lexus, Hino e Daihatsu), mentre Volkswagen ne ha dieci, ma nel corso degli ultimi decenni si è espansa parecchio.