Imu, nuove regole in arrivo: cambiano le aliquote per i comuni e gli immobili danneggiati
Cambiano le regole per l’Imu. Con il decreto del Mef datato 6 settembre 2024 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella giornata di ieri, sono state definite le linee guida riguardanti l’Imposta Municipale Unica (Imu), sulle quali le singole amministrazioni comunali hanno la possibilità di diversificare le aliquote.
Il nuovo decreto semplifica molto le nuove regole, riducendo a 128 le possibilità di differenziare le aliquote dell’Imu, rispetto alle oltre 250mila opzioni precedenti. Questa riduzione, però, non elimina la complessità del sistema, che continua a prevedere una varietà di situazioni specifiche, comprese quelle legate agli immobili inagibili a causa di calamità naturali.
Cosa contiene il decreto
Il provvedimento integra e aggiorna il decreto del 7 luglio 2023, sostituendo integralmente l’allegato A, che definisce le fattispecie relative all’Imu consentendo ai comuni di diversificare le aliquote.
Il nuovo allegato A, allegato al decreto, modifica e amplia quindi le condizioni in cui i comuni possono introdurre ulteriori differenziazioni all’interno delle fattispecie già previste. Come stabilito dalla Legge di Bilancio 2020 e attuato con il decreto del 7 luglio 2023, i comuni possono variare le aliquote Imu applicate alle diverse fattispecie, pubblicandole in un prospetto da trasmettere telematicamente al Dipartimento delle Finanze.
Il servizio è destinato principalmente ai comuni, ma risulta utile anche per i contribuenti, che potranno consultare le eventuali diversificazioni delle aliquote Imu approvate dal proprio comune di riferimento.
I comuni che applicano tali differenziazioni sono comunque tenuti a rispettare i principi generali di ragionevolezza, adeguatezza, proporzionalità e non discriminazione.
Le novità
Tra le novità più significative contenute nel decreto c’è la possibilità per i comuni di azzerare o ridurre l’aliquota Imu sugli immobili danneggiati da eventi calamitosi, come terremoti o alluvioni. Prima, l’abitazione principale, esente dall’Imu, se diventava inagibile a causa di un evento del genere, poteva essere tassata con l’aliquota ordinaria, aggravando la situazione dei proprietari già colpiti dal disastro. Ora, invece, i Comuni possono deliberare agevolazioni per questi casi, ripristinando l’esenzione.
Inoltre, il nuovo sistema permette ai Comuni di diversificare le aliquote anche per altre tipologie di immobili, come quelli affittati con contratti a canone concordato o destinati a scopi sociali, come case-famiglia o strutture per l’accoglienza di persone in difficoltà.
Le nuove aliquote
A partire dal 1° gennaio 2025, come stabilito dall’articolo 2 del Decreto del 6 settembre 2024, le amministrazioni comunali dovranno utilizzare la piattaforma informatica dedicata, accessibile tramite il portale federalismo fiscale. Questo sistema consentirà loro di elaborare e inviare il prospetto direttamente al dipartimento delle Finanze del Mef.
Per l’anno d’imposta 2025, i comuni dovranno redigere la delibera di approvazione delle aliquote Imu, utilizzando la piattaforma per elaborare il prospetto. I soggetti interessati dovranno indicare i valori diversificati dell’imposta, in base alle fattispecie individuate dal nuovo decreto, tra cui:
- Abitazione principale nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
- Fabbricati appartenenti al gruppo catastale D
- Fabbricati rurali ad uso strumentale;
- Altri fabbricati;
- Aree fabbricabili;
- Terreni agricoli.
Uno degli elementi chiave di queste nuove normative è l’importanza attribuita al prospetto. I comuni devono caricarlo sul portale del Federalismo Fiscale entro il 14 ottobre dell’anno di riferimento, affinché le aliquote approvate siano valide per l’anno successivo. Se la pubblicazione non avviene entro il 28 ottobre, si applicheranno automaticamente le aliquote in vigore nell’anno precedente.
Il prospettore ha inoltre priorità su eventuali incongruenze con il regolamento comunale, assicurando così una maggiore coerenza tra le delibere locali e la normativa nazionale. In caso di errori nella delibera o nel prospetto, è prevista una procedura specifica per effettuare correzioni.