Finanza Benzina e diesel, ecco perché i prezzi continueranno ad aumentare

Benzina e diesel, ecco perché i prezzi continueranno ad aumentare

10 Aprile 2023 11:11

Il prezzo della benzina e del diesel continueranno ad aumentare in futuro. A pesare sul prezzo dei carburanti c’è il taglio alla produzione di petrolio deciso da parte dell’Opec, che già dagli scorsi giorni ha portato a lievitare i prezzi alla pompa. Unione Europea e Stati Uniti si sono dimostrati particolarmente irritati dal pressing effettuato dall’Arabia Saudita, soprattutto in chiave antirussa. In questo momento, a chi conviene tagliare la produzione di petrolio e quindi far aumentare il prezzo di benzina e diesel? Sicuramente no ai consumatori.

Cerchiamo di capire meglio cosa sta accadendo.

Benzina e diesel: prezzi in aumento

I prezzi alla pompa di benzina e diesel sono destinati ad aumentare: quella che poteva sembrare una nefasta previsione od un’incauta scommessa, è destinata a diventare una realtà. I paesi dell’Opec, con in capo l’Arabia Saudita, hanno deciso di tagliare la produzione del petrolio, facendo salire le quotazioni sui mercati (ne beneficia anche il petrolio russo sotto price cap). La conseguenza, per i consumatori è stata immediata: i prezzi alla pompa sono aumentati già da Pasqua.

Nel corso delle prime settimane del 2023, le previsioni dei produttori di petrolio risultavano particolarmente cupe: i 100 dollari al barile sembravano una vera e propria chimera. Questa soglia, ora come ora, potrebbe diventare una realtà. Ma perché i paesi dell’Opec hanno preso questa decisione? Chi ne trae beneficio? Non sicuramente i consumatori, che saranno costretti a pagare di più.

Secondo gli analisti, la decisione di tagliare la produzione di petrolio è una mossa politica ostile dell’Arabia Saudita nei confronti degli Stati Uniti. L’amministrazione statunitense aveva deciso di utilizzare 26 milioni di barili di petrolio delle proprie riserve, annunciando di non volerle rimpiazzare, almeno per tutto il 2023. Lo scopo di questa mossa è quella di tentare di tenere sotto controllo l’inflazione.

La risposta dell’Arabia Saudita è stata quella di tagliare la produzione di petrolio: una scelta che ha fatto lievitare i prezzi e di conseguenza anche le entrate. Ricordiamo che ultimamente la corona saudita ha deciso di effettuare alcuni importanti investimenti, tra i quali rientrano:

  • 7 miliardi di dollari per una raffineria in Cina;
  • 8,5 miliardi per costruire un impianto di idrogeno verde a Neom vicino al confine giordano;
  • 8,8 miliardi di dollari per nuove strutture turistiche sul Mar Rosso.

Entro il 2030, il governo saudita ha previsto di investire qualcosa come 1,3 trilioni di dollari. L’obiettivo è quello di diversificare l’economia, con l’intento di renderla meno dipendente dal petrolio. Nel breve, però, è proprio il greggio a finanziare questo tipo di transizione.

I benefici arrivano anche in Russia

Cosa comporta questa scelta per le casse della Russia? Per Vladimir Putin questa, senza dubbio, è una buona notizia. Prezzi alti compensano i tagli alla produzione e questo fornisce ossigeno al bilancio dello Stato, che risulta essere provato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni occidentali.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha spiegato che i tagli annunciati sono “nell’interesse dei mercati globali dell’energia“. Thierry Breton, commissario Ue all’Energia, ha risposto che “coloro che controllano i combustibili fossili stanno giocando. Vedono che i prezzi stanno scendendo perché la domanda diminuisce, e allora producono di meno per aumentare i prezzi“.

L’aumento dei prezzi del petrolio permette alla Russia, oltre che a compensare il calo dei ricavi delle esportazioni di prodotti energetici primo tra tutti il gas, di bypassare il price cap sul petrolio.

Benzina e diesel, quando aumenteranno i prezzi

Quali saranno le conseguenze per i consumatori di questa situazione? L’aumento dei prezzi di benzina e diesel non è tardato ad arrivare. Stando alle ultime rilevazioni effettuate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su quasi 18mila impianti di carburante in Italia la benzina verde al servito è arrivata a costare oltre 2 euro, soprattutto in autostrada, dove ha sfiorato quota 2,499 euro al litro sull’A21 Torino Piacenza. Lo stesso prezzo è stato raggiunto dal diesel sulla A12 Genova-Sestri.