Finanza Personale Pensioni Fondi pensione, un 2023 chiuso in crescita: aumentano gli iscritti e i rendimenti

Fondi pensione, un 2023 chiuso in crescita: aumentano gli iscritti e i rendimenti

30 Gennaio 2024 15:14

Nel 2023, la previdenza integrativa ha sperimentato una ripresa dopo la contrazione del 2022, causata dalle turbolenze dei mercati finanziari e dagli impatti persistenti dell’emergenza Covid. Il numero degli iscritti è aumentato del 4%, raggiungendo la cifra di 9,6 milioni, mentre le risorse destinate alle prestazioni hanno registrato un notevole incremento, toccando i 222,6 miliardi di euro. Questo rappresenta un aumento dell’8,2% rispetto ai 205,6 miliardi registrati alla fine del 2022. Anche i rendimenti hanno mostrato un’impennata: il 6,7% nei fondi pensione negoziali, il 7,9% nei fondi aperti e un solido 8,3% per i Pip (Piani individuali pensionistici) nuovi.

Questi dati riflettono l’andamento positivo delle forme di previdenza complementare nel corso dell’ultimo anno, come evidenziato nell’ultimo monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip). Inoltre, nel corso del 2023, si è registrato un incremento del 5,7% dei contributi incassati da fondi e Pip rispetto al 2022.

Adesioni in aumento del 4%

Dalla rilevazione della Covip emerge che alla fine del 2023 le “posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari” sono state 10,7 milioni, mostrando un incremento del 4% rispetto al 2022. Tra queste adesioni, che comprendono anche coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, si registra un totale di iscritti pari a 9,610 milioni, con un aumento del 4%.

I fondi negoziali hanno segnato il balzo più significativo, registrando una crescita di 211mila adesioni rispetto all’anno precedente, corrispondente a un aumento del 5,5% e portando il totale a oltre 4 milioni di posizioni.

Gli incrementi maggiori continuano a registrarsi nel fondo rivolto al settore edile (+87.700 posizioni), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo a carico del solo datore, e in quello pubblico impiego (+37.600), per il quale è attiva l’adesione anche tramite silenzio-assenso dei neoassunti. Segue il fondo destinato al settore del commercio, turismo e servizi: +15.700 posizioni.

La Covip sottolinea che nell’anno precedente tutte le categorie di forme pensionistiche e comparti hanno conseguito risultati mediamente positivi, con rendimenti più elevati nei comparti azionari. In particolare, si registra un rendimento medio del 10% nei fondi negoziali, dell’11,3% nei fondi aperti e dell’11,4% nei Pip.

Nel contesto delle linee bilanciate, i risultati medi si attestano al 6,9% nei fondi negoziali, all’8,3% nei fondi aperti e al 7,1% nei Pip. Tuttavia, i rendimenti sono risultati più moderati nei comparti obbligazionari e garantiti. Complessivamente, il 2023 si è chiuso con rendimenti del 6,7% nei fondi pensione negoziali, del 7,9% nei fondi aperti e dell’8,3% nei Pip “nuovi”.

Rendimenti azionari in testa, battuto il Tfr

Nel documento si evidenzia che negli ultimi dieci anni, dal 2014 alla fine del 2023, i rendimenti medi annui composti delle linee con maggiore esposizione azionaria si sono situati tra il 4% e il 4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche. Nello specifico, per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra il 2% e il 3%, mentre le linee garantite e obbligazionarie hanno registrato risultati vicini allo zero o leggermente superiori. Infine, le gestioni separate di ramo I dei Pip, che contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, hanno ottenuto un rendimento dell’1,8%.

La Covip sottolinea che nello stesso arco temporale, la rivalutazione del Tfr (Trattamento di Fine Rapporto) è risultata pari al 2,4%. “Tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto agli altri e al Tfr”, viene sottolineato nel report. Che aggiunge: “Per ciascuna linea di investimento, i fondi negoziali mostrano nel complesso una dispersione dei rendimenti dei singoli comparti inferiore a quella di aperti e Pip”.

In crescita anche le risorse destinate alle prestazioni

Nel corso del 2023, le risorse destinate alle prestazioni hanno registrato una significativa crescita, raggiungendo la cifra di 222,6 miliardi di euro, con un aumento dell’8,2% rispetto ai 205,6 miliardi registrati alla fine del 2022. La Covip evidenzia che “circa i tre quinti dell’incremento sono dovuti al miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio, mentre il resto è attribuibile ai flussi contributivi al netto delle uscite”.

L’attivo netto ha raggiunto i 67,9 miliardi nei fondi negoziali, con un incremento dell’11,1%, mentre nei fondi aperti è di 32,6 miliardi e nei Pip è di 49,9 miliardi. Questi valori rappresentano rispettivamente un aumento del 16,3% e del 9,8% rispetto al 2022.

Nel corso dello stesso anno, i contributi incassati complessivamente da fondi negoziali, fondi aperti e Pip sono stati pari a 14,7 miliardi, evidenziando una crescita del 5,7% rispetto al 2022.