Taglio del cuneo fiscale di tre punti percentuali: ecco quando arriva
A prevedere il taglio del cuneo fiscale di tre punti percentuali è direttamente la Legge n. 197/2022 – più nota come Legge di bilancio 2023 -, che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 303. La riduzione delle tasse sui salari, sicuramente, costituisce una delle voci più importanti della Manovra 2023: il nuovo esecutivo ha confermato il taglio di due punti percentuali per i lavoratori, che guadagnano fino a 35.000 euro.
È previsto, inoltre, un’ulteriore riduzione di un punto percentuale – in totale sono tre punti percentuali – per i dipendenti con un reddito inferiore a 25.000 euro lordi l’anno. Viene allargata la platea dei beneficiari del taglio del cuneo fiscale rispetto a quanto era previsto inizialmente: la soglia di reddito, infatti, è passata da 20.000 a 25.000 euro.
L’obiettivo di questa misura è quella di sostenere le famiglie con i redditi più bassi, permettendo loro di ottenere un aumento direttamente in busta paga. Il Governo ha dichiarato di voler intervenire ulteriormente e di aver intenzione di portare il taglio del cuneo fiscale a 5 punti percentuali.
Taglio del cuneo fiscale: le novità del 2023
Tra le novità più attese previste dalla Legge di Bilancio 2023 vi è, sicuramente, il nuovo taglio del cuneo fiscale. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre 2022, adesso la Legge n. 197/2022 è diventata operativa a tutti gli effetti.
Il Governo ha deciso di impiegare la maggior parte delle risorse a sua disposizione per mitigare i rincari dell’energia. Nella Manovra 2023, comunque, c’è spazio anche per nuovi interventi a favore dei dipendenti: viene ridotto il peso del fisco sul lavoro. In questo modo aumentano gli stipendi direttamente in busta paga.
Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio 2023, aveva anticipato che il taglio del cuneo fiscale è, indubbiamente, la misura più costosa dopo gli interventi contro il caro energia. Verranno, infatti, impiegati qualcosa come quattro miliardi di euro per questa misura: lo scopo è quello di sostenere i redditi più bassi.
La pressione fiscale, che incide direttamente sul lavoro, in Italia è molto forte. I salari sono tassati al 46%: a riportare questi dati è il rapporto Taxing Wages 2021 dell’OCSE. Questi costi fanno rimanere gli stipendi bassi ed ostacolano la competitività delle imprese e l’occupazione.
Cosa cambia nel 2023
Il Governo Meloni ha quindi confermato il taglio del cuneo fiscale del 2%, che è in vigore in questo momento per i redditi fino a 35.000 euro. Ha introdotto un’ulteriore riduzione dell’1% in favore dei dipendenti che guadagnano meno di 20.000 euro l’anno.
Ad annunciare, però, un importante novità, lo scorso 18 dicembre 2022, è stato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, che ha parlato di un emendamento al testo, che ha innalzato il limite reddituale per poter accedere al taglio del cuneo fiscale di tre punti. La soglia è passata, infatti, da 20.000 a 25.000 punti.
Questo significa, in estrema sintesi, che i lavoratori che guadagnano meno di 25.000 euro potranno beneficiare di una riduzione della tassazione totale del 3%. Non cambia niente, invece, per quanti rimangono nella fascia di reddito compresa tra i 25.000 ed i 35.000 euro annui. In questo caso i lavoratori continueranno a beneficiare della riduzione del 2%, come era già previsto nel 2022.
A beneficiare del taglio del cuneo fiscale sarà unicamente il lavoratore. Questa misura permette di ottenere degli aumenti discreti direttamente in busta paga. Per il momento non sono previsti degli interventi a favore delle imprese.