Finanza Personale Lavoro Sorpresa lavoro Italia: a settembre cala tasso occupazione, -63mila occupati

Sorpresa lavoro Italia: a settembre cala tasso occupazione, -63mila occupati

31 Ottobre 2024 16:26

Nuova doccia fredda per il Governo Meloni, dopo la sorpresa Pil. Dopo tre mesi di crescita, il mercato del lavoro registra una prima, netta frenata a settembre. Gli occupati calano di 63mila unità rispetto al mese precedente, facendo scendere il tasso di occupazione al 62,1%, secondo i dati Istat. La diminuzione riguarda sia uomini che donne, in particolare i lavoratori dipendenti (soprattutto quelli a tempo indeterminato), i giovani tra i 15 e i 24 anni e gli adulti tra i 35 e i 49 anni. Restano invece stabili gli autonomi e gli over 50, mentre l’occupazione cresce tra i 25 e i 34 anni.

Calo generale tra quelli a termine e indeterminati

A settembre, secondo i dati Istat, il numero di persone in cerca di lavoro cala dello 0,9% (-14mila unità) tra gli uomini e tra chi ha 35 anni o più, mentre aumenta tra le donne e gli under 35. Il tasso di disoccupazione resta stabile al 6,1%, ma quello giovanile cresce al 18,3% (+0,3 punti). Gli inattivi aumentano dello 0,4% (+56mila unità) tra uomini, donne e in tutte le fasce d’età, eccetto i 25-34enni, con un tasso di inattività che sale al 33,7% (+0,2 punti). Rispetto a un anno fa, si registra una riduzione delle persone in cerca di lavoro (-21,4%, pari a -423mila unità) e un incremento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,8%, pari a +337mila). È un segnale preoccupante: negli ultimi dodici mesi, il numero di inattivi è cresciuto più di quello degli occupati.

Il calo coinvolge tutte le categorie: i dipendenti permanenti diminuiscono di 55mila unità, quelli a termine di 6mila e gli autonomi di 2mila. I disoccupati scendono di 14mila, ma il dato non è positivo: parallelamente, gli inattivi, ovvero coloro che hanno smesso di cercare lavoro, aumentano di 56mila. Nell’ultimo anno gli inattivi sono cresciuti più degli occupati, con un incremento di 337mila rispetto ai 301mila nuovi occupati. La ricerca di lavoro aumenta solo tra le donne e gli under 35, mentre il tasso di disoccupazione resta stabile al 6,1%, e quello giovanile sale al 18,3% (+0,3 punti).

Ma i dati restano comunque positivi

Nonostante questo calo, i dati sull’occupazione restano comunque positivi paragonati a quelli di un anno fa: nel confronto tra il secondo e il terzo trimestre del 2024, il numero di occupati è aumentato dello 0,4%, equivalente a 84mila persone in più. Questa crescita dell’occupazione è accompagnata da una diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,5%, ovvero 147mila in meno) e da un aumento degli inattivi, pari all’1,1% o 138mila unità in più.

Inoltre, a settembre il numero di occupati supera del 1,3% (+301mila unità) quello registrato nello stesso mese del 2023. L’aumento riguarda uomini, donne e tutte le fasce d’età, tranne i 35-49enni, per i quali si osserva una sostanziale stabilità. Nell’ultimo anno, il tasso di occupazione è salito di 0,4 punti percentuali. Rispetto a settembre 2023, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-21,4%, pari a -423mila unità) mentre cresce il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,8%, ovvero +337mila unità).

Fermi Pil e industria

Ai segnali preoccupanti dal mercato del lavoro si aggiungono quelli del Pil italiano: nonostante l’aumento estivo dei flussi turistici, la crescita è rimasta ferma rispetto ai tre mesi precedenti. Su base annua, il Pil ha registrato un incremento dello 0,4%, il più basso dall’inizio della pandemia. Questo dato si discosta nettamente dalle previsioni del Governo Meloni, che aveva fissato nel Documento di economia e finanza un obiettivo di crescita annua dell’1%. Ora, per raggiungerlo, l’economia italiana dovrebbe accelerare significativamente nell’ultimo trimestre rispetto ai primi nove mesi.

Le ragioni di questo rallentamento dell’economia italiana sono principalmente legate a un calo della produzione industriale: ad agosto, il fatturato ha subito un calo dello 0,1% in valore e dello 0,7% in volume rispetto a luglio. “Nonostante un’attenuazione, il calo congiunturale del fatturato industriale prosegue per il quarto mese consecutivo. L’indice in valore, destagionalizzato, tocca il livello più basso da gennaio 2022, mentre i volumi scendono al minimo da gennaio 2021”, segnala l’Istat. Su base annua, il fatturato industriale, corretto per gli effetti di calendario, cala del 4,6% in valore e del 3,6% in volume.