News Finanza Indici e quotazioni Wall Street futures: Nasdaq verso nuovo record in attesa Fed. Banche giù con scivolone tassi Treasuries 10y all’1,35%. Rally petrolio

Wall Street futures: Nasdaq verso nuovo record in attesa Fed. Banche giù con scivolone tassi Treasuries 10y all’1,35%. Rally petrolio

7 Luglio 2021 13:04

Futures sugli indici azionari Usa in lieve recupero dopo la chiusura contrastata della vigilia. I futures sul Dow Jones salgono dello 0,09% a 34.490 punti; i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,18% a 4.341, mentre i futures sul Nasdaq mettono a segno un rialzo dello 0,53%.

Ieri Wall Street ha visto il Dow Jones scendere di 208,98 punti a 34.577,37 punti, lo S&P 500 cedere lo 0,2% a 4.343,54, interrompendo una scia rialzista durata per ben 7 giorni, che ha visto l’indice inanellare nuovi record. Il Nasdaq Composite ha chiuso invece a un nuovo record, salendo dello 0,17% a 14.663,64 punti. Il listino hi-tech si appresta ad aprire dunque a un nuovo massimo storico.

L’attenzione è sempre rivolta al trend dei prezzi del petrolio, dopo la decisione dell’Opec+ di annullare la riunione, per l’incapacità di arrivare a un accordo con gli Emirati Arabi Uniti, che chiedono sostanzialmente che la soglia di partenza per la determinazione della quota di produzione venga rivista al rialzo, per poter produrre di più.

Il fatto che la riunione sia stata annullata significa che non è stato deciso neanche quell’aumento dell’offerta di 400.000 barili al giorno a partire da agosto, che era stato proposto dall’alleanza Opec+: fattore bullish per le quotazioni del petrolio, tanto che ieri il WTI è volato fino a $76,98, al record in sei anni, ovvero dal novembre del 2014, mentre il Brent è salito al massimo dall’ottobre del 2018, a 77,84.

I buy scatenati hanno lasciato tuttavia sempre ieri il posto a forti sell, che hanno affossato il Brent di oltre -3% nella giornata di ieri, facendo scendere il WTI di oltre -2%.

Al momento, il WTI sale dell’1,91% a $74,77 al barile, mentre il Brent fa +1,79% a $75,83 al barile.

Focus sui titoli Amazon e Microsoft, dopo che il dipartimento della Giustizia americana ha annunciato la cancellazione del contratto cloud JEDI (Joint Enterprise Defense Infrastructure Cloud), del valore di $10 miliardi, aggiudicato nel 2019 da Microsoft.

Amazon si oppose immediatamente alla scelta del Pentagono e il mese successivo la sua unità di cloud computing AWS depositò una causa legale presso la Corte americana dei ricorsi federali. Il gigante spiegò che il Pentagono era stato influenzato dall’atteggiamento ostile che l’allora presidente americano Donald Trump aveva mostrato nei confronti del gruppo e del suo allora AD Jeff Bezos.

Ieri, l’annuncio della Difesa Usa di annullare quel contratto. La spiegazione ufficiale è che “a causa dei progressi dell’industria, il contratto JEDI Cloud non risponde più alle esigenze”.

Di conseguenza, il Pentagono lancerà il nuovo contratto Joint Warfighter Cloud Capability. Sia Amazon che Microsoft sono state sollecitate a presentare nuove proposte.

Subito dopo la notizia, Microsoft ha ceduto lo 0,5%, mentre Amazon è volata di oltre +4%, testando un nuovo valore record. Microsoft recupera tuttavia in premercato lo 0,56%, mentre Amazon avanza dello 0,69%.

Tra i titoli, attenzione alle banche, con le quotazioni dei colossi Goldman Sachs -0,44% in premercato e JP Morgan -0,14% che continuano a perdere terreno, scontando il forte ribasso dei tassi sui Treasuries decennali, che sono capitolati fino all’1,35%, al minimo dl mese di febbraio.

Il calo ha affossato le speranze di una ripresa della redditività per il settore bancario.

Attenzione alle minute del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che saranno rese note oggi, e che sono relative all’ultimo meeting della banca centrale americana del 16-17 giugno, che si è concluso con un tono più hawkish.

Dal dot plot -documento che indica le aspettative di ciascun esponente del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed – è emerso che le aspettative della banca centrale Usa sono, in media, di due rialzi dei tassi nel 2023.

La Fed ha d’altronde rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’inflazione a +3,4% quest’anno, ben oltre il +2,4% atteso nel precedente outlook.