News Finanza Notizie Italia Reddito di cittadinanza: pervenute quasi 1 milione e mezzo di domande, respinte il 27%

Reddito di cittadinanza: pervenute quasi 1 milione e mezzo di domande, respinte il 27%

14 Agosto 2019 17:36

Sono quasi 1 milione e mezzo, per la precisione 1.491.935, le domande di Reddito di cittadinanza presentate al 31 luglio. 922.487 sono state accolte, quasi 400mila respinte e circa 170mila in evidenza per ulteriore attività istruttoria. La percentuale di domande respinte è attualmente al 26,8%. Ad oggi vi sono state 1.025 rinunce, mentre circa 32mila nuclei sono decaduti dal beneficio. Lo comunica l’Inps, proprio nel giorno in cui si è infiammata la polemica tra Lega e M5S sul reddito di cittadinanza. E proprio in risposta alle parole di Matteo Salvini e Massimo Garavaglia, che hanno messo in dubbio la validità della misura, l’istituto di previdenza snocciola alcuni dati.

“I controlli incrociati dell’Inps con le banche dati collegate – aggiunge il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico – sono stati massivi e preventivi rispetto all’accoglimento delle domande e la loro efficacia è dimostrata dal fatto che più di un quarto delle domande è stato respinto. Abbiamo continui contatti con l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Guardia di Finanza e le altre Autorità di controllo e l’azione sinergica delle Amministrazioni dello Stato sta facendo emergere il lavoro nero di chi ha provato comunque a chiedere il reddito di cittadinanza, anche se la maggior parte di chi lavora a nero non fa domanda di reddito di cittadinanza”.

In particolare, la Guardia di Finanza ha a disposizione 600mila beneficiari da noi forniti; di questi esaminerà i profili di rischio, cioè individuerà una piccola parte che, per come selezionata, è anche possibile raggiunga elevate percentuali di irregolarità, ma questo dimostrerà la bontà dei sistemi di individuazione del rischio e di controllo adottati, restando poco rilevante rispetto al totale dei beneficiari. Al momento comunque non ci sono dati. “Inoltre – conclude il presidente dell’Inps – se ci sono state truffe come accade a volte con altre prestazioni (ad es. percettori di Naspi che lavorano a nero o falsi invalidi), saranno severamente perseguite ai sensi di legge”.