News Notiziario Notizie Italia Previdenza sempre più sostenibile: ora la maggior parte dei piani applica strategie di investimento Esg

Previdenza sempre più sostenibile: ora la maggior parte dei piani applica strategie di investimento Esg

18 Novembre 2020 11:22

Nel settore della previdenza in Italia cresce l’interesse per la finanza sostenibile. È quanto emerge dalla sesta edizione dell’indagine “Le politiche di investimento sostenibile e responsabile degli investitori previdenziali” condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Mefop e con MondoInstitutional.

Dall’indagine, che ha interessato un campione di 115 piani con più di 236 miliardi di masse in gestione, è stato rilevato un aumento dei rispondenti che applicano strategie d’investimento sostenibile e responsabile (SRI), e una crescita di consapevolezza sulla rilevanza finanziaria dei temi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). Il 62% dei rispondenti (53 piani con 127 miliardi di masse in gestione) applica strategie di investimento sostenibile ai prodotti monitorati: la percentuale è in aumento rispetto al 2019, quando i piani attivi in termini di SRI rappresentavano il 47% dei rispondenti. Non solo. Più di metà dei piani attivi in termini di SRI ha introdotto, o ha in programma di introdurre, il calcolo dell’impronta di carbonio del portafoglio di investimento. I motivi principali che spingono gli operatori previdenziali ad adottare strategie d’investimento sostenibile sono riconducibili alla volontà di contribuire allo sviluppo sostenibile e di gestire più efficacemente i rischi finanziari.

L’interesse degli investitori previdenziali per la finanza sostenibile è destinato a crescere: 21 piani che attualmente non applicano strategie d’investimento sostenibile, infatti, hanno avviato valutazioni in merito. Nella maggior parte dei casi (86%), il processo di valutazione potrebbe concludersi entro la fine del 2020. Inoltre, l’evoluzione della normativa europea sulla trasparenza (Direttiva IORP II e Regolamento sulla Disclosure delle informazioni non finanziarie) e sull’azionariato attivo (Direttiva Shareholder Rights II) contribuirà a consolidare ulteriormente queste tendenze.