News Finanza Indici e quotazioni Piazza Affari chiude positiva, crollo di Fincantieri

Piazza Affari chiude positiva, crollo di Fincantieri

Pubblicato 28 Marzo 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 14:28

Nonostante i timori di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e il sell-off sui tecnologici, il listino milanese riesce a chiudere la seduta sopra la parità. Sul valutario, ancora segno meno per il cambio eurodollaro, in calo dello 0,36% a 1,2357, mentre lo spread tra Btp e Bund segna una contrazione a 134,5 punti base.

Nel corso della prima parte, indicazioni positive per la carta italiana sono arrivate dall’asta di Btp a cinque e dieci anni. Il primo, messo sul mercato per 2,5 miliardi di euro, ha segnato un rendimento dello 0,68%, -0,21% rispetto al dato precedente, mentre il decennale, collocato per 3 miliardi, ha visto il dato passare dal 2,06 all’1,83%. Il tasso di copertura, nel caso del 10 anni, è passato da 1,4 a 1,3 volte. Inoltre, sono stati collocati CCTeu al 2025 allo 0,35%, -0,06% sul dato precedente.

Cattive notizie sono invece arrivate dai dati macro. Dopo la chiusura positiva di 2017, fatturato e ordinativi dell’industria hanno fatto segnare una flessione nel primo mese dell’anno: il giro d’affari ha mostrato un -2,8% rispetto al mese di precedente mentre gli ordini sono scesi del 4,5% congiunturale.

Per l’anno corrente, l’agenzia Standard & Poor’s stima un incremento del Pil del Bel Paese in linea con il 2017 e pari all’1,5% mentre Prometeia si attende un rallentamento all’1,4%. L’anno prossimo, per entrambi la crescita dell’economia farà segnare un +1,3%.

Tra gli altri dati del giorno, rivisto al rialzo per il Pil statunitense, la cui crescita è passata dal 2,5 al 2,9 per cento, mentre il deficit della bilancia merci, visto in contrazione, è passato da 75,3 a 75,4 miliardi di dollari. Sempre per quanto riguarda la prima economia, l’incremento maggiore delle stime delle scorte di greggio (+1,6 milioni vs il +0,5 atteso) ha penalizzato le quotazioni del WTI, in rosso di un punto percentuale a 64,57 dollari il barile.

A Milano, dove il Ftse Mib ha terminato con un +0,55% a 22.331,36 punti, spicca in particolare il tonfo di STM (-5,32%) dopo la notizia che la statunitense Nvidia, fornitore di tecnologia ADAS (Advanced Driver Assistance System) per Uber, fermerà temporaneamente i test sulle auto a guida autonoma a seguito dell’incidente che ha provocato la morte di una donna.

Tra i bancari, segno più per l’accoppiata Intesa-Unicredit, in rialzo rispettivamente dello 0,91 e dell’1,29%. Ancora sotto pressione MPS (-2,32%), scesa sotto la soglia dei 2,5 euro nonostante smentite su operazioni di ricapitalizzazione. In affanno anche Fiat Chrysler Automobiles (-2,01%) e, nel giorno dei conti, Buzzi Unicem (-2,45%) e Fincantieri (-14,49%). A seguito della presentazione del piano, Kepler Cheuvreux ha ridotto la valutazione su quest’ultima da “buy” a “hold”.