News Finanza Notizie Italia Paolo Savona su caso Carige: ‘soluzione governo conferma incompletezza Unione monetaria ed economica europea’

Paolo Savona su caso Carige: ‘soluzione governo conferma incompletezza Unione monetaria ed economica europea’

9 Gennaio 2019 08:21

Il ministro degli Affari europei Paolo Savona commenta il caso Carige in una lettera inviata al Sole 24 Ore, i cui estratti vengono riportati dall’agenzia di stampa Askanews.

“La soluzione del governo per fronteggiare la crisi di Carige conferma l’incompletezza dell’Unione Monetaria ed Economica Europea denunciata dallo stesso Presidente Draghi nel corso del suo intervento alla Normale di Pisa, ma anche l’effetto esplosivo che ciò comporta se si incontra con comportamenti inadeguati interni, privati e pubblici”.

“In linea generale non può esservi unione monetaria senza l’esistenza di un prestatore di ultima istanza (lender of last resort) e un fondo garanzia depositi. L’Unione monetaria e bancaria europea deve saper uscire da questa innata contraddizione organizzativa. Tuttavia, ancor prima di stigmatizzare i comportamenti delle autorità, dei proprietari e dei gestori, va detto che una qualsiasi banca non può reggere a lungo un periodo di crisi economica senza vedere deteriorati i suoi crediti e bloccate le prospettive di crescita e di rendimento dell’attività. Chiedere che una siffatta situazione venga affrontata con aumenti dei capitali delle banche ed economie di costo è velleitario. Senza crescita reale trainata dagli investimenti reali si rischiano crisi sistemiche”.

Così “nasce un circolo vizioso tra necessità e vincoli europei difficilmente gestibile. Il problema della stabilità bancaria ha da sempre afflitto le gestioni del risparmio e del sistema dei pagamenti”.

“La storia del sistema bancario italiano dopo la Grande crisi del 1929-33, della crisi petrolifera degli anni 1970, della riforma bancaria del 1993 e della creazione tuttora incompleta dell’unione monetaria e bancaria europea è prodiga di insegnamenti indispensabili per fronteggiare l’attuale situazione. Senza una politica fiscale a livello europeo che sospinga la crescita reale, l’intervento degli Stati-membri a sostegno delle banche e dei depositanti causa un continuo inseguimento del problema fatto di non soluzioni strutturali” e “nonostante si sia deciso di creare un gruppo di lavoro ad alto livello per fare progressi entro giugno 2019, resta l’incertezza sulla reale volontà di superare i sospetti reciproci e per raggiungere l’obiettivo di completare l’unione monetaria e quella bancaria dotandole degli strumenti di intervento necessari. Che cosa deve succedere, più di quanto sta succedendo, per convincere le autorità nazionali ed europee a superare le reciproche diffidenze e a sedersi al tavolo per discutere seriamente il da farsi?”