News Notiziario Notizie Italia Ocse: in Italia sempre più giovani laureati ma ancora sotto la media. Primato per i docenti ultra50enni

Ocse: in Italia sempre più giovani laureati ma ancora sotto la media. Primato per i docenti ultra50enni

10 Settembre 2019 17:07

I giovani italiani laureati sono sempre più anche se le prospettive del mercato non sono tra le migliori. Così l’Ocse nel consueto report “Uno Sguardo all’Istruzione” nei 36 Paesi avanzati e soffermandosi sull’Italia rivela come solo il 19% dei 25-64enni ha un’istruzione universitaria, la metà della media Ocse che è del 37%.

Tra le generazioni più giovani però, sottolinea l’istituto di Parigi, c’è da sottolineare l’aumento della quota di 25-34enni con un titolo di studio di istruzione terziaria che ha raggiunto il 28% nel 2018 (34% per le donne), nonostante il loro tasso di occupazione sia del 67%, rispetto all’81% dei 25-64enni. La quota di laureati del nostro paese resta però a fondo classifica, ben al di sotto della media Ocse, che è del 44%, oltre che lontanissima dal 70% della Corea e dalle percentuali attorno al 60% di Canada e Irlanda. A livello di titolo di studio, in Italia sono apprezzate le lauree di secondo livello (22% atteso per gli under-30 contro il 14% medio Ocse).

A favorire l’entrata nel mondo del lavoro sono, peraltro, soprattutto alcuni indirizzi. Così rivela l’Ocse, il tasso di impiego per i laureati nel campo delle tecnologie informatiche e della comunicazione (87%) e in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (85%) è relativamente vicino alla media Ocse (solo 3 punti più basso). L’occupazione per i laureati nelle discipline artistiche (72%) o umanistiche (78%) è inferiore rispetto a ingegneria o informatica. L’Italia – sottolinea il rapporto – registra, d’altro canto, la seconda quota più alta (29%) di adulti laureati nelle discipline artistiche e umanistiche, in scienze sociali, giornalismo e nel settore dell’informazione tra i Paesi dell’Ocse, che restano apprezzate dalle generazioni più giovani (il 31%).

Lo studio evidenzia che l’Italia ha la quota maggiore di docenti ultra 50enni (59%) e dovrà sostituirne circa la metà entro i prossimi dieci anni. Inoltre il 68% degli insegnanti ha dichiarato che migliorare i salari dei docenti dovrebbe essere una priorità.