News Notiziario Notizie Italia Mediaset scende in Borsa: per il tribunale risarcimento danni solo per 1,7 milioni nella causa con Vivendi

Mediaset scende in Borsa: per il tribunale risarcimento danni solo per 1,7 milioni nella causa con Vivendi

20 Aprile 2021 10:45

In flessione del 3,57% a 2,38 euro il titolo Mediaset in Borsa. Il tribunale di Milano ha stabilito che Vivendi non abbia adempiuto l’obbligo contrattuale di acquisire Premium, ma il danno da risarcire a Mediaset è solo in 1.7 mn. Mediaset ricorrerà in appello anche alla luce di nuovi elementi emersi dalle indagini penali e non considerate dal tribunale.

Il Sole 24 ore, ricorda Equita Sim, sottolinea che le cause in discussione in sede civile erano tre: mancata esecuzione del contratto di acquisto di Premium; la presunta violazione del patto parasociale e concorrenza sleale per la scalata ostile.

A fine giugno ci sarà l’assemblea per il rinnovo degli organi sociali di Mediaset ed il cda ha proposto all’assemblea il rinnovo della delega per il buyback fino al 20% del capitale (la società già detiene il 3.56%). Secondo il Sole, Vivendi che voterà con il 29.9% dei diritti di voto, potrebbe bocciare la richiesta ed inoltre entrare in cda con 2 o 3 posti.

La decisione del tribunale di Milano è negativa considerate le richieste di danni di Mediaset (730 mn secondo Repubblica e oltre 3 bn per il Sole) e quindi la società avrà una posizione meno vantaggiosa in un’eventuale negoziazione con Vivendi, che gli esperti si attendono sarà avviata nei prossimi mesi. Resta da verificare come si chiuderà l’indagine penale contro i vertici di Vivendi. Gli esperti della Sim riducono così da 392 mn a 115 mn il valore atteso per la causa per danni con Vivendi (30% del prezzo di cessione), per il quale Mediaset ha fatto ricorso in appello, ma la cui sentenza rischia di protrarsi per anni. Dall’altro lato però mantengono un premio speculativo del 15% sulla valutazione perché Mediaset dovrà comunque accelerare con la propria strategia di internazionalizzazione e quindi un confronto con Vivendi, che controlla il 28.8% della società e può bloccare operazioni straordinarie, ci dovrà essere.