News Notiziario Notizie Italia Inps: nei primi sette mesi dell’anno crescono le assunzioni nel privato, livello mai così alto dal 2015

Inps: nei primi sette mesi dell’anno crescono le assunzioni nel privato, livello mai così alto dal 2015

20 Ottobre 2022 12:23

In forte aumento fino a luglio le e assunzioni attivate dai datori di lavoro privati, a +21% rispetto allo stesso periodo del 2021, pari a 5.029.000, e per tutte le tipologie contrattuali.

Così l’Inps nell’Osservatorio sul Precariato da cui emerge come si mantenga positiva la dinamica del mercato del lavoro in Italia. Nel dettaglio sono state registrate 874.000 attivazioni per i contratti a tempo indeterminato, che hanno registrato la crescita più accentuata (+33%); significativo anche l’aumento delle diverse tipologie di contratti a termine, per i quali si sono avute 442.000 assunzioni per gli intermittenti (+32%), 209.000 per l’apprendistato (+21%), 2.097.000 per il tempo determinato (+20%), 757.000 per gli stagionali (+14%) e 650.000 per i somministrati (+14%).

Dopo il 2015 non si era mai registrato, nei primi sette mesi dell’anno, dice l’Inps, un numero così elevato di assunzioni a tempo indeterminato. Le trasformazioni da tempo determinato nei primi sette mesi del 2022 sono risultate 444.000, in fortissimo incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+68%).

Nei primi sette mesi del 2022 l’insieme delle variazioni contrattuali a tempo indeterminato (da rapporti a termine e da apprendistato) ha raggiunto il livello massimo degli ultimi dieci anni, superando anche il precedente livello elevato registrato nel 2019. Le cessazioni nei primi sette mesi del 2022 sono state 3.949.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+31%) per tutte le tipologie contrattuali. In particolare, si sono avute 347.000 cessazioni di contratti intermittenti (+53%), 323.000 di contratti stagionali (+48%), 127.000 di contratti in apprendistato, 1.482.000 per i contratti a tempo determinato (+30%), 1.079.000 di contratti a tempo indeterminato e 591.000 per i contratti in somministrazione (+26%). Per le cessazioni a tempo indeterminato si tratta, con riferimento ai primi sette mesi dell’anno, del valore più elevato dell’ultimo decennio.