News Notiziario Notizie Italia Fca: Codacons contro il prestito statale, presentato ricorso al Tar del Lazio

Fca: Codacons contro il prestito statale, presentato ricorso al Tar del Lazio

26 Maggio 2020 11:43

Il Codacons ha notificato un ricorso al Tar del Lazio contro il prestito da 6,3 miliardi di euro richiesto da Fca Italia, impugnando la parte del Decreto n. 23 del 2020 che non esclude dalla possibilità di ottenere finanziamenti le imprese facenti parte di un gruppo la cui controllante ha sede all’estero.

“Occorre da subito rilevare come la Fca Italy, nonostante abbia sede in Italia, sia controllata dalla società madre Fiat Crysler Automobiles, con sede legale a Londra – spiega il Codacons nel ricorso – L’intera operazione assume quindi contorni di illegittimità, e appaiono destituite di fondamento le dichiarazioni che avrebbe rilasciato proprio Fca Italy a giustificazione della richiesta, secondo cui i finanziamenti sarebbero destinati alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia”.

L’associazione dei consumatori critica anche il maxi dividendo da 5,5 miliardi, legato alla fusione con Peugeot. “Ed allora l’inclusione delle imprese controllate da capogruppo avente sede all’estero nel novero dei soggetti beneficiari del finanziamento ha l’inevitabile effetto di consentire che le somme erogate siano di fatto utilizzate non già per investimenti, costi del personale, o capitale circolante, relativi ad attività localizzate in Italia ma, in ultima analisi, per la realizzazione di utili destinati alla società estera, in palese violazione della disposizione legislativa – scrive il Codacons nel ricorso – Non è altresì possibile verificare che il finanziamento eventualmente erogato vada a sostenere (solo) costi relativi ad attività localizzate in Italia. Infatti, i profitti della società italiana realizzati grazie alle disponibilità acquisite con il finanziamento garantito dallo Stato potrebbero agevolmente finire all’estero per mezzo delle operazioni infragruppo realizzate con la società madre e, da lì, essere utilizzati con modalità che, tuttavia, non potranno che sfuggire al controllo dello Stato Italiano”.