News Finanza Indici e quotazioni Effetto PMI Cina, borsa Tokyo +0,72%. Sullo sfondo paura per coronavirus e asse Corea Nord-Cina contro Usa

Effetto PMI Cina, borsa Tokyo +0,72%. Sullo sfondo paura per coronavirus e asse Corea Nord-Cina contro Usa

3 Luglio 2020 08:09

Mercati asiatici generalmente positivi, sulla scia dell’ottimo dato relativo al PMI servizi arrivato dalla Cina. La borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,72% a 22.306,48 punti.

La borsa di Shanghai sale dell’1,36%, Hong Kong fa +0,76%, Sidney invece piatta, Seoul +0,53%. Da segnalare che oggi l’azionario globale sarà orfano di Wall Street, chiusa per la celebrazione della Festa dell’Indipendenza del 4 luglio, che cade nella giornata di domani.

Tornando al dato cinese, nel mese di giugno l’indice PMI servizi del paese stilato da Caixin/Markit è balzato a 58,4 punti, in fase di espansione, in quanto superiore alla soglia dei 50 punti (linea di demarcazione tra fase di espansione- valori al di sopra, per l’appunto – e fase di contrazione – valori al di sotto).

Il dato è ben superiore alle attese di 53,2 punti e in crescita rispetto ai 55 punti precedenti.

Il Pmi Composite è salito a 55,7 punti, dai precedenti 54,5 punti. Gli analisti di Markit hanno commentato il PMI servizi, facendo notare che l’indice indica “una accelerazione della ripresa del settore servizi, grazie allo smorzarsi dei casi di COVID-19 in Cina”.

Ancora: “l’ultima volta che il dato salì a questi livelli fu nell’aprile del 2010”.

In Giappone, invece, l’indice PMI dei servizi del Giappone stilato da Jibun Bank/Markit si è attestato a 45 punti, in fase di contrazione, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti. Il dato è stato rivisto però al rialzo dai 42,3 punti inizialmente comunicati, ed è balzato dai precedenti 26,5 punti. Il Pmi Composite è stato rivisto anch’esso al rialzo dai 37,9 punti preliminari a 40,8 punti, in forte recupero dai 27,8 punti di maggio.

Dal fronte macro, è emerso inoltre che, in Australia e nel mese di maggio, l’allentamento del lockdown imposto per fronteggiare l’emergenza sanitaria del coronavirus COVID-19 ha scatenato un forte recupero delle vendite al dettaglio.

Il dato è balzato su base mensile del 16,9%, rispetto al tonfo del 17,7% di aprile. Le attese erano per una ripresa pari a +16,3%.

Diffuso in Australia anche il PMI servizi stilato da CBA/Markit e relativo al mese di giugno, che si è attestato a 53,1 punti, in fase di espansione. Il PMI Composite australiano si è attestato a 52,7 punti, anch’esso in fase di espansione.

L’ottimismo in Asia è alimentato anche dal report occupazionale Usa, diffuso nella giornata di ieri, che ha messo in evidenza, per il mese di giugno, un aumento dei posti di lavoro di 4,8 milioni, ben superiore ai +2,9 milioni attesi dal consensus. Il tasso di disoccupazione è sceso inoltre all’11,1%, rispetto al 12,4% stimato. Tuttavia, il dipartimento di Lavoro Usa ha anche comunicato che le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione sono balzate, nella settimana terminata lo scorso 27 giugno, di 1,427 milioni di unità, più degli 1,38 milioni di unità attesi.

Sullo sfondo, permane la paura per la recrudescenza del coronavirus. Tokyo ha riportato nelle ultime 24 ore 124 nuovi casi di persone ammalate di COVID-19 e nella giornata di ieri le nuove infezioni individuate negli Stati Uniti sono state pari a +55.000 unità, record di crescita giornaliero mai riportato in altri paesi globali. Il numero dei morti per COVID negli Stati Uniti è salito oltre 128.500.

Dal fronte geopolitico, occhio alle dichiarazioni rilasciate dall’ambasciatore nordcoreano in Cina Ji Jae-ryong, da cui emerge l’intenzione della Corea del Nord di sostenere a pieno la Cina e il Partito comunista, difendendoli da quelli che il regime di Kim Jong-un ha definito continue “provocazioni Usa contro l’economia, la scienza e la tecnologia, la sicurezza, i diritti umani e la diplomazia della Cina”. (riferimento alla necessità di salvaguardare il potere di Pechino dalle interferenze straniere, dopo che il Parlamento ha approvato la nuova legge sulla sicurezza nazionale da imporre a Hong Kong. Legge che viola apertamente e affossa il principio “one country, two systems”.