News Notiziario Notizie Altri paesi Europa Alluvioni: crescita preoccupante e il 75% non è assicurato

Alluvioni: crescita preoccupante e il 75% non è assicurato

30 Marzo 2022 11:18

Dopo 111 giorni di assenza torna la pioggia in Italia con due perturbazioni che porteranno temporali, neve e calo delle temperature, una manna per gli agricoltori.

Ma non solo benefici. Le perturbazioni quando sono violente sono pericolose. Basti pensare che nel 2021 le catastrofi naturali hanno provocato danni economici a livello mondiale per 270 miliardi di dollari, con un aumento del 33% rispetto all’anno precedente, in cui il conto finale fu di 203 miliardi. Questo emerge dall’ultimo Sigma pubblicato da Swiss Re, una delle principali compagnie di riassicurazione al mondo, secondo la quale solo 119 miliardi delle perdite totali erano assicurate. Un bilancio che, tra l’altro, sale da tempo costantemente ad una media tra il 5% e il 7% l’anno

Numerose catastrofi naturali hanno colpito il pianeta lo scorso anno e le alluvioni sono state particolarmente devastanti in Europa, Cina e Stati Uniti. Secondo Swiss Re è prevedibile che il cambiamento climatico produca eventi meteorologici sempre più frequenti ed estremi nei prossimi anni: aumento della produzione di ricchezza, crescita demografica, processo di urbanizzazione nelle aree soggette a disastri sono fenomeni che possono contribuire ad un aumento delle perdite dovute a catastrofi naturali. Tra l’altro, ad essere più colpiti saranno i territori meno sviluppati. Se le perdite dovute agli uragani restano le più pesanti – anche a causa della devastazione provocata da “Ida”, che ha causato danni per più di 30 miliardi di dollari – tuttavia è in preoccupante crescita il fenomeno delle alluvioni. Causano più di un terzo dei decessi e pesano sempre di più in termini economici: 82 miliardi di dollari (il 23% delle perdite totali), di cui solo poco più di 20 erano assicurati. Swiss Re rileva che negli ultimi dieci anni solo il 5% dei danni provocati da alluvioni era assicurato e anche oggi le coperture restano basse, con una media che in Asia è del 7%, mentre in Europa sale al 34%.