Notiziario Notizie Germania Inflazione incalza, Bce pronta a uscita più rapida dagli stimoli

Inflazione incalza, Bce pronta a uscita più rapida dagli stimoli

14 Aprile 2022 14:09

Niente sorprese dalla Bce che conferma l’intenzione di un’uscita più rapida dagli stimoli alla luce delle crescenti pressioni inflattive. “L’inflazione è aumentata in misura significativa e rimarrà elevata nei prossimi mesi, soprattutto a causa del forte incremento dei costi dell’energia. Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate in molti settori”, spiega la Bce. 

Si conferma quindi l’accelerazione del percorso di normalizzazione della politica monetaria. Tassi e QE rimangono invariati, ma nello statement si fa riferimento al fatto che gli sviluppi inflazionistici “rafforzino la sua aspettativa che gli acquisti netti nell’ambito del Programma di acquisto di attività dovrebbero concludersi nel terzo trimestre”. In futuro, la politica monetaria della BCE dipenderà dai nuovi dati e dall’evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo. “Nelle attuali condizioni caratterizzate da elevata incertezza, il Consiglio direttivo manterrà gradualità, flessibilità e apertura alle opzioni nella conduzione della politica monetaria. Esso intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato della BCE di perseguire la stabilità dei prezzi e per contribuire a preservare la stabilità finanziaria”, rimarca lo statement dell’istituto guidato da Christine Lagarde.

QE dovrebbe concludersi nel terzo trimestre

Nella riunione odierna il Consiglio direttivo della banca centrale europea ha mantenuto fermo il costo del denaro, come da attese. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimangono invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.

Sul fronte quantitative easing, gli acquisti netti mensili nel quadro del PAA saranno pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. Nella riunione odierna il Consiglio direttivo ha ritenuto che i dati pervenuti dopo l’ultima riunione rafforzino la sua aspettativa che gli acquisti netti nell’ambito del PAA dovrebbero concludersi nel terzo trimestre. La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo.

La Bce spiega che qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro del PAA da parte del Consiglio direttivo e sarà graduale. “Il profilo dei tassi di interesse di riferimento della BCE continuerà a essere determinato dalle indicazioni prospettiche del Consiglio direttivo (forward guidance) e dal suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio periodo”. Il Consiglio direttivo si attende pertanto che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell’orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo.

Risposta flessibile in caso di ulteriore frammentazione del mercato 

La Bce intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria.

In caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti del PEPP potranno essere adeguati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi in qualsiasi momento. Ciò potrebbe implicare fra l’altro l’acquisto di obbligazioni emesse dalla Repubblica ellenica in aggiunta ai reinvestimenti, al fine di scongiurare che un’interruzione degli acquisti nel paese possa compromettere la trasmissione della politica monetaria all’economia greca, in un momento in cui quest’ultima sta recuperando dalle conseguenze della pandemia. Gli acquisti netti del PEPP potrebbero anche essere ripresi, se necessario, per contrastare gli shock negativi connessi alla pandemia.