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Grecia: Tsipras punito alle urne ma nessuna disfatta. Torna al potere Nea Dimokratia, il vecchio diventa nuovo

8 Luglio 2019 11:37

Elezioni in Grecia, risultato in linea con le stime: finisce il capitolo Alexis Tsipras, inizia quello dell’ex banchiere Kyriakos Mitsotakis, leader di Nea Dimokratia.

Il partito si è assicurato 158 seggi sui 300 del Parlamento ellenico, ottenendo dunque la maggioranza assoluta, pari a un consenso elettorale del 39,84%.

E così si assiste al nuovo paradosso Grecia: Nea Dimokratia è il vecchio che torna a essere nuovo, mentre Syriza di Tsipras, rappresenta per gli elettori greci già il vecchio. Non si può certo parlare, tuttavia, di una vera e propria disfatta, visto che il partito di sinistra si è aggiudicato comunque il 31,54% dei voti.

Inoltre, pur ammettendo la sconfitta, Tsipras comunica di non avere alcuna intenzione di uscire di scena.

“Oggi a testa alta, accettiamo il verdetto del popolo. Per portare la Grecia dove è oggi, abbiamo dovuto prendere decisioni difficili, soffrendo un costo politico pesante”, ha detto l’ormai ex premier. La premiership passerà infatti, a questo punto, al rivale Mitsotakis.

A tal proposito, Tsipras ha affermato che consegnerà al leader di Nea Dimokratia, partito di centro-destra colpito sempre di più da sussulti di estrema destra, un paese che è riuscito a “ripristinare la propria credibilità” e caratterizzato da “tassi positivi di crescita”. Syriza rimarrà ben salda in Parlamento, con 86 seggi su 300, diventando il principale partito di opposizione, status che, ha detto ancora Tsipras,verrà usato “per difendere gli interessi del popolo”.

Sconfitta cocente, invece, per Alba Dorata – il partito ultra-nazionalista che è entrato per la prima volta in Parlamento nel 2010 (in inglese Golden Dawn) e che in queste elezioni non è riuscito ad assicurarsi il 3% dei voti necessario per la presenza in Parlamento.

Nelle ultime elezioni parlamentari del settembre del 2015, era riuscita a ottenere 18 seggi. Alba Dorata sarà presente tuttavia nel Parlamento europeo, avendo ottenuto due seggi, con le elezioni europee dello scorso 26 maggio. E’ importante puntualizzare, inoltre, che il fatto che Alba dorata sia stata affossata non significa che l’estremismo sia morto in Grecia. Tutt’altro: il partito populista di estrema destra, Greek Solution, entrerà in Parlamento con il 3,7% dei voti. Il suo leader è Kyriakos Velopoulos, uno dei due esponenti a essere stati eletti nelle elezioni Ue a maggio. Velopoulos è a favore della pena di morte e della chiusura delle frontiere.

JUNCKER: SALVATAGGIO GRECIA TRA I PIU’ GRANDI SUCCESSI DELLA UE

Jean-Claude Juncker, presidente uscente della Commissione europea, ha scritto una lettera al futuro premier greco Kyriakos Mitsotakis, affermando che “tra gli obiettivi centrati con maggiore orgoglio” da Bruxelles, in questi cinque anni in cui lui ha presieduto il braccio esecutivo dell’Ue, “c’è stato l’aiuto dato alla Grecia, che ha permesso al paese di voltare pagina e di creare un futuro da sola”.

Ma se Bruxelles considera la gestione della crisi greca uno dei principali successi conseguiti negli ultimi cinque anni, la maggior parte degli elettori greci non è dello stesso avviso.

Tsipras è stato punito proprio per essersi piegato – così come lo accusa una fetta rilevante del popolo – alla troika, dicendo sì alle misure di lacrime e sangue che hanno colpito il paese in questi anni, la classe media in particolare.

Torna così al potere il centro destra di Nea Dimokratia, lo stesso partito che perse insieme all’ex Pasok la partita delle elezioni del 2015, a fronte del trionfo di Tsipras.

Occhio al commento dell’ex esponente della Bce Lorenzo Bini Smaghi, al momento presidente di Société Générale.

Intervistato da La Stampa, e commentando la vittoria proprio di un partito che ebbe gravi responsabilità – come fa notare il giornalista Alex Barbera – nell’innesco dell’ultima crisi di Atene scoppiata dopo aver truccato i conti pubblici, Bini Smaghi risponde: «La leadership di Nuova Democrazia è cambiata. Ha un programma di riforme e un atteggiamento costruttivo con l’Europa. Gli elettori evidentemente sono pronti a cambiare opinione, anche perché i primi mesi di Tsipras, che avevano portato al confronto con le istituzioni comunitarie, hanno aggravato la crisi e ritardato il percorso di ripresa economica».

Sul valore attorno a cui oscillano i rendimenti – praticamente attorno agli stessi livelli di quelli italiani, Bini Smagni non si stupisce: “I mercati scommettono sulla collaborazione del nuovo governo greco con l’Europa e un programma fatto soprattutto di riforme strutturali, per favorire la crescita. Non è sorprendente che lo spread sia sui livelli italiani”.

Ma i tassi greci, viene ricordato, non scesero certo subito dopo il programma di ristrutturazione del debito del 2011: “No, subito dopo la ristrutturazione del debito, nel 2011, lo spread salì e ci sono voluti molti anni prima di ritrovare la fiducia degli investitori. Dovrebbe essere una lezione per l’Italia: questo tipo di soluzione è comunque disastrosa” (ristrutturazione del debito)