Finanza Notizie Mondo Elezioni Midterm Usa: vittoria per le donne anti-Trump tra Alexandria Ocasio-Cortez e prime due musulmane della storia

Elezioni Midterm Usa: vittoria per le donne anti-Trump tra Alexandria Ocasio-Cortez e prime due musulmane della storia

7 Novembre 2018 11:14

Democratici alla riscossa, anche se non si può parlare di vera e propria disfatta di Donald Trump. Tutt’altro: il presidente americano commenta i primi risultati delle elezioni midterm del Congresso come un enorme successo. Una frase esagerata anche se, a fronte dei democratici che hanno riconquistato la Camera per la prima volta in otto anni, i repubblicani di Trump hanno rafforzato il loro controllo nel Senato. Tanto male, insomma, per Trump & Co. non è andata.

In palio, in queste elezioni midterm del 2018, c’erano 435 seggi della Camera e 35 dei 100 seggi del Senato.

Da segnalare che i deputati rimangono in carica per due anni, mentre i senatori per sei anni. Due seggi al Senato avranno tuttavia una scadenza di due anni visto che, nei casi specifici, le elezioni sono state necessarie a causa delle dimissioni di due senatori. Nelle elezioni midterm 2018, gli americani hanno votato anche per i governatori di 36 Stati su 50.

I democratici hanno strappato alla Camera 24 seggi ad altrettanti repubblicani. In tutto, la Camera ha così 207 democratici contro 190 repubblicani.

Al Senato, i democratici hanno perso tuttavia tre seggi, che sono stati guadagnati dai repubblicani, per un risultato di 43 a 51.

Tra le novità che passano alla storia, sicuramente la vittoria di Alexandria Ocasio-Cortez, che diventa ufficialmente la donna più giovane mai eletta al Congresso: 29 anni, democratica, nelle primarie del Congresso che si erano svolte a New York lo scorso giugno aveva provocato un vero e proprio terremoto nel partito dei democratici, vincendo contro Joe Crowley, che sedeva al Congresso da almeno 20 anni.

Ocasio-Cortez ha ottenuto la palma della vittoria nel collegio elettorale di New York, diventando deputata battendo il repubblicano Anthony Pappas.

Portoricana da parte di mamma e del Bronx da parte del papà, Alexandria fa parte della sinistra progressista. Ha lavorato per la campagna presidenziale di Bernie Sanders, senatore del Vermont che è stato sconfitto da Hillary Clinton nelle primarie democratiche per le elezioni presidenziali del 2016 (che hanno incoronato presidente Donald Trump).

Tra le altre donne anti-Trump che entreranno nei libri di storia c’è anche la democratica Ayanna Pressley, che ha corso nel collegio del Massachusetts, ha vinto e si conferma di conseguenza la prima rappresentante della Camera Usa di origini afro-americane della storia.

Al Congresso entrano per la prima volta  anche due donne musulmane, Rashida Tlaib e Ilhan Omar.

Democratica-socialista, Tlaib ha corso per il 17esimo distretto del Michigan ed è diventata la prima donna americano-palestinese a essere eletta nel Congresso. E’ famosa anche per essere stata portata via dalle forze dell’ordine in occasione di un evento tra quelli della campagna elettorale di Trump, nel 2016, dopo aver urlato contro il futuro presidente americano, chiedendogli se avesse mai letto la Costituzione.

Ilhan Omar, prima somalo-americana al Congresso, è l’altra donna musulmana che entra per la prima volta nel Congresso. E’ stata membro del partito democratico della Camera dei rappresentanti del Minnesota.

Jared Polis, è il primo gay dichiarato eletto governatore nella storia degli Stati Uniti. Democratico, è diventato governatore del Colorado.

Nell’Idaho è stato riconfermato il repubblicano Brad Little. La democratica Paulette Jordan non diventerà dunque la prima governatrice nativo americana degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la democratica Sharice Davids che ha vinto in Kansas diventerà la prima donna nativo-americana del Congresso.

Sono state le donne, in generale, a vincere queste elezioni. Tante le candidate: non tutte hanno vinto, ma la loro presenza è stata indiscutibile. Altro fattore che caratterizza questo voto è la forte affluenza.

Il New York Times fa notare tra l’altro che “l’affluenza al voto insolitamente alta conferma l’intensità della protesta contro Trump. I democratici, inoltre, “hanno conquistato anche governatori cruciali”. Il risultato è che le divisioni culturali e politiche potrebbero solo diventare più profonde, è che i guadagni (dei seggi) dei democratici non si sono estesi al Senato”.

IL COMMENTO: RIPERCUSSIONI NEGATIVE SU ECONOMIA DA CONGRESSO SPACCATO IN DUE

Non è intanto ottimista sulle ripercussioni che questi risultati elettorali avranno sull’economia americanaVincent Reinhart, Chief Economist di Standish (BNY Mellon IM). Lo scrive chiaro e tondo nella sua nota: “Brutte notizie per l’attività economica USA”

“Un governo diviso non è certo una novità nell’esperienza USA. Per 50 anni nell’ultimo secolo, i poteri del Presidente, della Camera, del Senato sono stati divisi tra i due partiti. Quello attuale, però, sarà un governo fratturato per i prossimi due anni. La leadership democratica alla Camera spingerà diverse Commissioni a lanciare investigazioni sulle attività del Presidente, a rinegoziare le nomine e metterà sottopressione i capi delle agenzie perché ritraccino i loro passi sul fronte degli sforzi per la deregolamentazione. In tutto ciò rientra la pubblicazione dei dati fiscali del Presidente Trump, che sicuramente genererà notizie negative e contrasti con la Casa Bianca. A nostro avviso, è improbabile che qualsiasi atto venga firmato come legge, perché né i Democratici al Parlamento né il Presidente Trump vorranno concedere all’altra fazione una vittoria. Qualsiasi legislazione passata alla Camera che costituisca un’opportunità per i Democratici di lanciare la campagna elettorale nel 2020 morirà al Senato. Tuttavia, la coesione dal lato Repubblicano potrebbe infrangersi perché più di un rappresentante del partito attende con ansia le medesime elezioni. Dal canto suo, il Presidente Trump conterà maggiormente sulle azioni esecutive per raggiungere alcuni risultati. Ma la portata per tali azioni è orientata prevalentemente 0ai commerci e alle relazioni internazionali. Questi risultati elettorali generano dei venti contrari all’attività economica per due ragioni principali”.

“Anzitutto – continua l’esperto – l’incertezza sulle politiche economiche è un impedimento significativo alle decisioni di business nel settore privato; i manager e gli investitori saranno insicuri sulla direzione della legislazione futura, sulle normative e sulla loro applicazione, a partire dall’eventuale inversione dei tagli fiscali nel 2021. Qui, il margine della vittoria dei Democratici alla Camera è importante perché aiuta a prevedere le elezioni presidenziali. Gli investimenti delle aziende probabilmente subiranno una battuta d’arresto, soprattutto nel settore dell’energia, che richiede ingenti capitali e dove la distanza tra le posizioni dei Democratici e dei Repubblicani è particolarmente ampia. In secondo luogo, se il Presidente dovesse agire in maniera ancora più decisa sui commerci e sull’immigrazione, vi è il rischio che le tariffe e le restrizioni generino uno shock negativo e un costo per l’economia USA. Queste forze si combineranno per rallentare la crescita economica, spingendo probabilmente la Federal Reserve a ridurre le intenzioni di rialzi dei tassi e spingendo gli investitori ad essere più attenti ai rischi”.