Notiziario Notizie Altri paesi Europa Auto in panne: immatricolazioni giù del 3,2% nei primi 8 mesi. Per risollevare sorti necessaria ‘politica’ di settore  

Auto in panne: immatricolazioni giù del 3,2% nei primi 8 mesi. Per risollevare sorti necessaria ‘politica’ di settore  

18 Settembre 2019 09:28

 

Il mercato europeo dell’auto non riparte nei mesi estivi, in attesa di una spinta dall’economia e da una politica per il settore. E se il mese di luglio è rimasto pressoché stabile, quello di agosto è stato archiviato con 1.074.169 immatricolazioni di nuove vetture nell’Ue+Etfa, mostrando una flessione annua dell’8,6%. Come indicano i dati pubblicati questa mattina dall’Acea (i dati ufficiali), resta negativo anche il saldo nei primi 8 mesi dell’anno: da gennaio ad agosto 2019, considerando sempre l’area UE+Efta, le immatricolazioni di autovetture sono state pari a 10.830.899 con un calo del 3,2% sullo stesso periodo del 2018. Un risultato che il Centro Studi promotor (Csp) definisce “coerente con il quadro economico di bassa crescita che sta caratterizzando l’area”.

Il mercato auto complessivamente considerato è in una situazione di sostanziale stagnazione, ma la tendenza che si coglie è comunque negativa dato anche che dei 31 mercati 21 sono in calo e che nella pattuglia dei cinque grandi solo la Germania chiude il consuntivo dei primi otto mesi con il segno più (+0,9%), mentre sono in rosso i consuntivi di Francia (-3%), Italia (-3%), Regno Unito (-3,4%) e Spagna (-9,2%)”. Un andamento che va di passi passo con le deboli performance dell’economia della zona euro, con la prospettiva di toccare nuovamente il massimo di 16 milioni di immatricolazioni del 2007 che non è alla portata. “La prospettiva di rivedere il patto di stabilità nella UE in chiave di crescita induce ad un cauto ottimismo – afferma Quagliano -, ma il mercato dell’auto, che continua ad essere anche alle prese con la difficile transizione dalle motorizzazioni diesel a soluzioni ritenute più verdi, non ha bisogno soltanto di un ritorno alla crescita dell’economia, ma anche di una politica incisiva per il settore coordinata a livello europeo“.

Bisogna tuttavia ricordare che le immatricolazioni di agosto si confrontano con i risultati di un agosto 2018 “molto particolare”, visto che un anno fa c’è stato un picco di immatricolazioni determinato dall’esigenza delle case automobilistiche di immatricolare veicoli non in regola con la nuova normativa WLTP che sarebbe poi entrata in vigore dal  primo settembre 2018. Analizzando questi numeri, Csp ricorda che per effetto di questa situazione le immatricolazioni nell’agosto 2018 toccarono quota 1.174.645 con un incremento del 30,1% sull’agosto 2017. Nell’agosto scorso una parte importante di questo eccezionale incremento risulta però acquisita. Le immatricolazioni di autovetture sono state infatti 1.074.169 con un calo dell’8,6% su agosto 2018, ma con una crescita del 19% su agosto 2017. 

Tonfo per Fca, Jeep argina le perdite

Tra le singole case automobilistiche, la prima per quota di mercato Volkswagen ha mostrato nei primi 8 mesi dell’anno una flessione del 4,3%, mentre le francesi Psa e Renault hanno segnato un calo rispettivamente dello 0,7% e del 4,9 per cento. Strappano un segno positivo Hyundai Group e Daimler che sono riuscite a strappare nel periodo gennaio-agosto un rialzo rispettivamente dello 0,1% e del 3,3 per cento.

In rosso anche il bilancio da inizio anno di Fca, con le immatricolazioni che sono scese 12,1% e la quota di mercato al 6,2% dal precedente 6,8 per cento. Osservando le performance del solo mesi di agosto, nell’area Ue+Efta il gruppo guidato da Mike Manley ha registrato una flessione delle immatricolazioni a quota 54.101 vetture, registrando un -26,5 per cento. Giù la quota di mercato che passa dal 6,3% dell’agosto 2018 all’attuale 5 per cento. Segno meno per tutti i marchi del gruppo, fatta eccezione per Lancia/Chrysler che strappa un +90,1%. Il brand Fiat e quello Jeep hanno invece evidenziato un calo rispettivamente del 26% e del 19,6%, con Alfa Romeo che ha chiuso il mese con un tonfo di oltre il 60 per cento.