Finanza Notizie Italia “Una stagione mancata” per il turismo: l’Istat mette in fila i numeri e gli impatti del Covid-19

“Una stagione mancata” per il turismo: l’Istat mette in fila i numeri e gli impatti del Covid-19

29 Aprile 2020 15:31

Con l’Italia ancora nella morsa del lockdown, si studia una possibile ripartenza anche sul fronte del turismo ai tempi del coronavirus. Il settore, che vale il 13% del Pil secondo il World Travel and Tourism Council (WTTC), 15% dell’occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d’Italia, è al centro di una forte crisi. E questo perché uno degli effetti economici più immediati della crisi associata al Covid-19 è stato proprio il blocco dei flussi turistici. I primi impatti sono già emersi a febbraio, con il diffondersi dell’epidemia in molti paesi, ma è agli inizi di marzo che si è giunti all’azzeramento dell’attività in corrispondenza dei provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale.

Aspettando le indicazioni del governo sulle date e modalità di riapertura, l’Istat ha fatto il punto della situazione, delineando l’attuale scenario per il settore del turismo nell’analisi ‘Statistiche Today‘ dall’eloquente studio: “Una stagione mancata: impatto del Covid-19 sul turismo“. Al momento l’orizzonte di ripresa delle attività connesse alla domanda turistica è del tutto incerto, per questa ragione l’istituto di statistica ha raccolto le informazioni statistiche relative a questo insieme di attività, rappresentando “la dimensione economica del problema”.

10 miliardi di euro la spesa “mancata” degli stranieri tra marzo e maggio
Le conseguenze del Covid-19 sulla spesa turistica degli stranieri in Italia, considerando il solo trimestre marzo-maggio, sarà vicina ai 10 miliardi di euro in meno. Stando ai dati raccolti dall’Istat, nello stesso periodo del 2019 tale componente è risultata pari a 9,4 miliardi di euro. “Quest’anno, nello stesso periodo, la quasi totalità del normale flusso di spesa effettuato da viaggiatori stranieri è destinato a risultare nullo” rimarca l’Istat. Se si guarda all’intero 2019, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia è stata di circa 44,3 miliardi: al suo interno la componente più consistente è quella per i servizi di alloggio, che ne rappresenta circa la metà, seguono la ristorazione con oltre un quinto del totale e, con quote inferiori, lo shopping e il trasporto.

Italia vs Europa: prima per esercizi ricettivi

Primo posto per l’Italia in Europa per quota di esercizi ricettivi sul totale Ue, pari a più del 30% nel 2018. La capacità ricettiva nel nostro Paese è caratterizzata da un forte numero di piccole strutture extra-alberghiere. Per l’anno 2018, l’Istat ha rilevato, infatti, circa 183 mila esercizi extra-alberghieri e 33 mila esercizi alberghieri.
Rispetto al 2015, i primi sono aumentati di oltre un terzo (+36,2%), mentre gli alberghi hanno subito una lieve riduzione (-0,9%). I relativi posti letto sono 5,1 milioni (44,2% negli esercizi alberghieri), concentrati per circa la metà in cinque regioni: Veneto (15,4% del totale), Toscana (11,1%), Emilia-Romagna (9,0%), Lazio (7,6%) e Lombardia (7,3%).

Dopo un biennio di flessione a causa della crisi economica, dal 2010 in poi il turismo ha registrato un trend di crescita costante nei 28 Paesi dell’Unione europea: nel 2019 sono state circa 3,2 miliardi le presenze di clienti negli esercizi ricettivi europei. Tra i Paesi europei l’Italia vanta la quota maggiore di presenze di clienti di residenza estera dopo la Spagna (rispettivamente 50,6% e 63,8% nel 2019) ma prima di Regno Unito (43,9%) e Francia (30,5%), che hanno un turismo prevalentemente domestico.