Finanza Notizie Italia Tragedia Genova, schiaffo governo ad Atlantia: verso revoca concessione Autostrade. Ma rischio penale altissima

Tragedia Genova, schiaffo governo ad Atlantia: verso revoca concessione Autostrade. Ma rischio penale altissima

16 Agosto 2018 09:25

Polemiche a non finire per la tragedia che ha colpito Genova e l’Italia intera alle ore 11.36 di martedì 14 agosto: una giornata che rimarrà nella storia del paese, tragedia inaudita, come la definiscono ormai tutti. E soprattutto, come confermano da più parti, tragedia evitabile.

Il Ponte Morandi dell’A10 si è letteralmente sbriciolato, portandosi dietro i corpi di decine di persone che lo stavano attraversando per lavoro, in ritorno dalle vacanze, in partenza per le vacanze, semplicemente per andare dall’altra parte della città.

Il governo M5S-Lega ha varato un decreto ad hoc, il “Decreto Genova”, che prevede la nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione, lo stanziamento immediato di 5 milioni di euro per la rimozione delle macerie, 12 mesi di stato di emergenza per Genova e una giornata di lutto nazionale, la cui data è ancora da definire.

“Abbiamo voluto riunire il Consiglio dei Ministri qui a Genova per attribuire a questa riunione un valore simbolico, erano collegati quasi tutti i ministri”, ha detto ieri Conte in avvio della conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei ministri. Tragedie come quelle del Ponte Morandi sono “inaccettabili” e in una società moderna “non devono accadere. Questo governo farà di tutto affinché non si verifichino più”, ha aggiunto, per poi fare il grande annuncio contro Autostrade per l’Italia:

Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale. Il governo, nell’atto di disporre nuove concessioni sarà molto più rigoroso nella valutazione della clausole. Andremo a rivedere i contratti di servizio e a rendere più stringenti i vincoli”.

Ma passare dalle parole ai fatti non sarà certo facile: Il contratto siglato attraverso la convenzione tra Anas e Autostrade nel 2007 prevede che la concessione scada nel 2042. Per porre fine all’accordo, deve verificarsi una “grave inadiempienza”.

Per inadempienza si può intendere anche il mancato “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse”. In quel caso Anas potrebbe subentrare ad Autostrade versando però una penale, il cui importo, si legge nel contratto,  dovrebbe corrispondere al “valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo”.

Si tratterebbe di una penale calcolata in 20 miliardi di euro, se si considera che Autostrade ha incassato nell’ultimo anno un utile di un miliardo e 968 milioni.

Ma nuove dichiarazioni arrivano da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che cavalcano l’onda emotiva che ha travolto l’Italia intera:

‘Non è possibile morire pagando il pedaggio”, dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.

Per Di Maio, ci sono tutte le condizioni per non far pagare allo Stato le eventuali penali per la revoca delle concessioni ad Autostrade, mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini è ancora più netto e dà ad Atlantia ‘faccia di bronzo’, per i milioni che chiederebbe agli italiani.

Autostrade per l’Italia è controllata da Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton. Atlantia ha chiuso il 2017 con ricavi operativi per quasi 4 miliardi, un utile d’esercizio di 1,042 miliardi e investimenti operativi per 556 milioni.

Arrivano in mattinata le note di Atlantia e della stessa Edizione, holding della famiglia Benetton che controlla Atlantia e Autostrade.

Ma la tragedia di Genova indubbiamente ha portato il governo M5S-Lega a dichiarare guerra al mondo della finanza e, in questo caso nello specifico, alla famiglia Benetton. 

Gli effetti sono immediati, con i bond di Atlantia che precipitano ai minimi storici e le azioni scambiate sul Ftse Mib, che in preapertura di mercato hanno ceduto fino a -45%, non riuscendo a fare prezzo, e poi affondare di oltre il 23% quando sono riuscite a entrare nelle contrattazioni di Borsa.